Ad un contadino era fuggito il proprio cavallo e la sera stessa i suoi vicini si erano riuniti per commiserarlo per ciò che era considerata una malasorte. Egli disse: "Può darsi".
Il giorno dopo il cavallo ritornò ma portando con sé sei cavalli selvaggi e i vicini arrivarono acclamando una simile... buona sorte. Egli disse: "Può darsi".
Il giorno dopo suo figlio cercò di sellare uno dei cavalli selvaggi ma fu disarcionato e si ruppe una gamba. Ancora i vicini vennero a offrire la loro partecipazione affettuosa alla malasorte. Egli disse: "Può darsi".
Il giorno dopo gli ufficiali incaricati della coscrizione vennero al villaggio per scegliere i giovani da mandare sotto le armi ma a causa della gamba rotta il figlio del contadino non venne preso. Quando i vicini vennero per esprimere quanto fortunatamente fossero andate le cose egli disse ancora: "Può darsi".
La fortuna e la sfortuna, la felicità e l'infelicità, la vita e la morte, sia su piccola scala che su grande scala, vanno e vengono continuamente senza un inizio e una fine. Come si può leggere una sola parola e pretendere di giudicare l'intero libro della vita?
Quanto siamo capaci di dire 'può darsi?' Quanto riusciamo ad accettare davvero quello che ci capita quotidianamente senza dare un giudizio ?
Personalmente sto sforzandomi di vedere le cose in un ottica più distaccata, più taoista o zen se vi piace di più della vita...ma credo di dover apprendere ancora molto.
2 comments:
Bellissima storia.Trovo nei cinesi sempre conforto e la possibilità di agire in modo nuovo.
Grazie.
Ciao ^-^
eh... si.
E' dura ma ci proviamo.
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