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Thursday, December 22, 2005

BUONE FESTE ! ! !



BUONE FESTE E FELICE NATALE A TUTTI ! ! !

CI RITROVIAMO IL 28 DICEMBRE !

ANIME e MANGA - MAZINGER Z


92 episodi 1972/1974.
Mazinger Z è un robot gigante che l'anziano Dottor Kabuto ha costruito in segreto per impedire al malvagio Dottor Hell, un tempo suo collega, di conquistare la Terra grazie a mostruosi congegni meccanici elaborati dalla civiltà cretese e ritrovati dai due scienziati durante una spedizione archeologica.
Il Dr.Kabuto rimane vittima del primo attacco da parte del suo ex-collega e lascia il suo MazingerZ in eredità al nipoteKoji, senza potergli però spiegare il complesso funzionamento.
La morte del nonno spinge il ragazzo alla vendetta.
Koji dopo molti maldestri tentativi riesce a inserirsi nella testa del robot con il pilder, un piccolo mezzo volante che da accesso alle funzioni dell'automa.
Nella serie compaiono anche Aphrodite A, un robot dalle sembianze femminili pilotato da Sayaka Yumi, e Boss Borot, un goffo giocattolone guidato da un grasso teppista di periferia, che offrono un aiuto al protagonista nei combattimenti contro i molti nemici.
La serie di Go Nagai, sceneggiata da Susumu Takahisa e Keisuke Fujikawa, e abilmente diretta da Yugo Serikawa, Tomoharu Katsumata. Nobuo Onuki e Bonjin Nagaki.
Il character design è Yoshiyuki Hane, mentre la colonna sonora è composta da Shunsuke Kikuchi.
Da aggiungere resta solo che la nota casa giapponese produttrice di modellini BANDAI ha dedicato a Mazinger Z numerose versioni e serie di modelli (già assemblati, deformed o da costruire...).

(in foto Go Nagai)

Wednesday, December 21, 2005

film - GOJOE



Questa è la rivisitazione di una delle leggende più conosciute del giappone feudale: lo scontro sul ponte Gojoe di Kyoto tra il monaco guerriero Benkei e le forze demoniache reincarnate.

Lo scontro si colloca subito dopo la vittoria del clan Heike, dopo il misterioso ritrovamento delle guardie messe di sentinella sul ponte, tutte morte decapitate, intanto due comete si avvicinano minacciosamente alla terra…

Il monaco maledetto Benkei si sente chiamato allo scontro e parte alla volta di Gojoe…

Devo ammettere che ho trovato questo film un po' difficile da capire e caotico ma probabilmente merita una visione più attenta e soprattuto credo sia necessario documentarsi bene sulla leggenda del ponte Gojoe !

Titolo originale: Gojoe
Regia e Sceneggiatura: Ishii Sogo
Interpreti: Asano Tadanobu, Ryô Daisuke
Durata: 138’
Genere: Jidai-geki (drammi di cappa e di spada)
Anno : 2000

Tuesday, December 20, 2005

HATSUMOUDE


Hatsumoude è la prima visita del nuovo anno al tempio o all' altare.
I giapponesi pregano per vari aspetti della vita, la buona salute durante tutto il nuovo anno, per i proprio familiari o il successo al lavoro o per passare un esame.
Molte persone in questa occasione cosi' speciale indossano bellissimi kimono colorati contribuendo a dare un'immagine di gioia e splendore il primo giorno dell'anno.

Monday, December 19, 2005

SARU- DANGO


Oggi scrivero' un articolo di qualcosa che mi ha spiegato la mia specialissima amica giapponese !
Sembra che i telegiornali giapponesi da un paio di giorni abbiano dato un singolare annuncio: le scimmie che vivono in natura fanno le terme (ONSEN) in montagna come gli esseri umani (^_^).
Mentre le scimmie che vivono in una zona dove non sono presenti le terme si stringono vicine per riscardarsi e assumono la forma simile alla di torta di riso ( DANGO ) cosi da molti anni sono chiamate "SARU- DANGO".
Ancora una volta ecco la dimostrazione che gli animali sono creature molto vicine all'uomo !

Thursday, December 15, 2005

SAKE


Il sake è la bevanda giapponese più famosa , conosciuta da molti anche in Europa o America.
Il sake è una bevanda a gradazione alcolica ottenuto facendo fermentare il riso giapponese e il lievito di riso.
Esistono numerosi tipi di sake con un gusto differente a seconda del tipo di riso, della qualita' dell'acqua e della fermentazione.
In tutta sincerità a me sono piaciuti moltissimo tutti i sakè che ho assaggiato, sia freddi che serviti caldi !...(^O^) ehehehh

Wednesday, December 14, 2005

KAKIZOME (la prima scrittura del nuovo anno)


KAKIZOME
è il primo scritto del nuovo anno, è una tradizione molto antica e risale al periodo in cui le persone per celebrare il nuovo anno scrivevano HAIKU e poemi per la felicità il 2 Gennaio.

Tuesday, December 13, 2005

ODEN


ODEN
All'arrivo dei primi freddi in Giappone inizia la stagione adatta per gustare una grande varieta' di pietanze calde.

L'Oden è un piatto costituito da un miscuglio di vari cibi: konnyaku (pasta ottenuta dalla radice "arum"), tofu (formaggio di soia), fagottini di pasta di pesce e altri ingredienti bolliti in brodo con salsa di soia.

Purtroppo non ho mai assaggiato questa prelibatezza, ma spero di rimediare prima o poi ! Se qualcuno di voi l'ha assaggiato fatemi sapere le vostre impressioni ^^

Monday, December 12, 2005

OBI



L' OBI è una parola che indica la cintura utilizzata nell'abbigliamento tradizionale giapponese.

Il tipo di obi riprodotto nella foto a fianco è quello del kimono da uomo utilizzato anche nella pratica delle arti marziali quali IAIDO o IAIJUTSU.

Interamente fatto in cotone è leggermente ruvido con dei ricami per fare un effetto "grip" alla saya (fodero della spada) ed evitare che durante l' esecuzione delle forme (KATA) possa muoversi in modo fastidioso e poco elegante.

La lunghezza è di circa 4 metri per permettere 3 giri attorno alle anche e termina con un complesso nodo posteriore (il nodo deve risultare alla fine piatto in modo da non sporgere dietro alla schiena), alcune ditte per sopperire alla mancanza di voglia o capacità di effettuare questo nodo vendono degli obi con un nodo "finto" fisso e una chiusura con due strisce di velcro.

Inutile dire che con questo si perde il senso anche cerimoniale di prepararsi ad affrontare una lezione di pratica marziale.

Tuesday, December 06, 2005

ANIME E MANGA - ASTROGANGER



Astroganga, 1973

Una extraterrestre, scampata alla distruzione del suo pianeta, precipita sulla Terra ed è raccolta da uno scienziato che be presto se ne innamora, la sposa e ha da lei un bambino: Kantaro.
Passano alcuni anni, il pianeta è minacciato dagli stessi esseri che avevano distrutto la patria della donna. La coppia crea allora un gigantesco robot che vegli sulla popolazione in pericolo. Grazie ad una barra di metallo vivente portata dalal donna nel suo viaggi ospaziale, vede la luce ASTROGANGER, un immenso automa dotato di proprio intelligenza.
La Terra subisce il primo attacco: i genitori di Kantaro muoiono, lasciando il figlio al comando del potente robot.
Le sorti della guerra mutano grazie al protagonista meccanico, che si sacrifica per il bene dell'umanità; prima di essere distrutto, però, Astroganger grazie ad un dischetto spaziale fa in modo che il piccolo amico faccia ritorno sulla Terra.
Il character design è Eiji Tanaka, il progetto è di Seiichi Nishino, mentre la regia è affidata a Masashi Nitta sulla storia di Tetsuhisa Tsusukawa.

Monday, December 05, 2005

POCKY


POCKY

I Pocky sono dei dolci giapponesi molto diffusi, si trovano in tutti i supermercati sono dei bastoncini sottili (tipo grissini) di biscotto ricoperti di glassa.
Ne esistono una infinità di tipi, tra questi ho assaggiato quelli alla fragola molto buoni, quelli al caramello, al tè verde, al caffè e a un gusto chiamato cioccolato ma in effetti è un cioccolato un po' differente da quello a cui siamo abituati in Italia.

Friday, December 02, 2005

YUKIDARUMA (Snowman)


YUKIDARUMA (pupazzo di neve) .
Adulti e bambini amano in Giappone fare pupazzi con la neve. Si inizia con una piccola palla di neve e facendola rotolare nella neve fresca si ingrandisce sempre di più.
Il pupazzo di neve è fatto da due palle, una più grande dell'altra, la più piccola è usata come testa piazzata sopra e poi si crea il viso con decorazioni come rametti, sassolini, bottoni...
Ecco un'usanza del tutto simile alla nostra !

Thursday, December 01, 2005

BOGU



Il BOGU è l'armatura completa per praticare il KENDO (l'arte della spada giapponese). Il BOGU è composto da più protezioni:

*MEN è la protezione per il viso con la griglia (che rende difficoltosa la respirazione e la visuale) protegge dai colpi portati al capo (MEN) e alla gola (TSUKI), gli spallacci laterali dovrebbero parare colpi ricevuti accidentalmente sulle spalle.

*DO è la protezione del busto, protegge dal colpo al fianco (DO) e in origine anche da un colpo diretto al cuore (che oggi non è più utilizzato a causa della pericolosità).

*KOTE proteggono mani, polsi e un pezzo di avambraccio dal colpo al polso (KOTE).

*TARE è un cosciale per la la protezione di colpi accidentali.

In realtà molti kendoka (praticanti di kendo) integrano queste protezioni che potrebbero risultare scarse in caso di colpi molto forti ricevuti soprattutto per BOGU di scarsa qualità, con polsiere sotto i KOTE o cuscinetti sotto al MEN.

Il BOGU che non ha un costo indifferente necessita di una costante manutenzione e pulizia in quando sudando abbondantemente all'interno può facilmente macchiarsi o diventare maleodorante.

I costi variano di molto a secondo che si tratti di BOGU fatti a macchina o a mano su misura, dalla provenienza (quelli coreani sono molto meno costosi di quelli giapponesi), dal materiale usato o dalle decorazioni/colorazioni.

Wednesday, November 30, 2005

FUURIN


Fuurin significa "campanella a vento" ed è un esempio di antico artigianato giapponese. In origine proveniente dalla Cina, questa campanella dal gradevole suono fin dal periodo Muromachi (1333-1568) è stata associata con l'estate. Costruiti in ghisa, generalmente si presentano con una patina verde scuro e sono molto amati dai giapponesi per il loro delizioso scampanio. Appeso sotto un porticato o ad un albero conferisce alla casa o al giardino una atmosfera Giapponese.

Monday, November 28, 2005

SET MANUTENZIONE IAITO


Il contenuto di questa curiosa scatoletta in legno giapponese altro non è che un kit per la manutenzione dello iaito, cioè spada da allenamento (solitamente non affilata) per praticare i kata (forme) dei diversi stili di IAIDO o IAIJUTSU.
Nella pratica dello IAIDO o arte di sfoderare la spada sono eseguite delle sequenze codificate di movimenti ed estrazione al fine di apprendere il corretto movimento del taglio e dello sfoderare, oltre a questo lavoro "pratico" esiste un lavoro più interiore come in tutte le arti marziali che è un percorso dell' IO verso la perfezione (ovviamente non raggiungibile) e un protendersi alla condizione di MU-SHIN o "non-mente" secondo il concetto Zen di mente ferma non in balia delle emozioni.

Tornando al nostro KIT, solitamente quelli venduti in Giappone contengono:

* Carta Nuguishi ,è una carta speciale di riso che combinata con la polvere leggermente abrasiva rimuove le impurità e il grasso dalla lama dopo averla utilizzata

* Polvere Uchiko

* Olio Choyu ,è olio di garofano al termine della pulizia per conservare lo iaito in buono stato e facilitare l'estrazione

* Martelletto Mekuginuki , è un martelletto utilizzato per smontare lo iaito per manutenzione straordinaria, la lama viene tenuta fissata sulla TSUKA (manico) con un perno, martellando lentamente e con attenzione viene rimosso questo perno ed è cosi possibile sostituire la lama o effettuare altre operazioni .

FIABE E LEGGENDE - AMATERASU O MIKAMI


Amaterasu è una delle divinità più importanti dello shintoismo ed è la dea del sole e della luce. Si dice che la stessa famiglia imperiale discenda dalla divinità.
I suoi genitori (Izanami e Izanagi) la fecero salire in cielo per la sua bellezza maestosa attraverso la scala celestiale per il Paradiso da dove avrebbe governato il mondo per l’eternità. Accadde un giorno però che Susano (fratello di Amaterasu e dio delle tempeste) scatenò i suoi poteri sulla Terra distruggendola in buona parte e la sorella non sopportando la vista di quelle rovine si rinchiuse in una grotta chiudendola con una pietra e precisamente dentro la porta di roccia del cielo. Una volta entrata e chiuso l’uscio il mondo si trovò nell’oscurità e questo diede un vantaggio enorme ai demoni che cominciarono a spargere terrore e distruzione mentre gli stessi dei erano quasi impotenti. L’unica soluzione era di far uscire la dea del sole dal suo nascondiglio ma questa non ne voleva sapere di uscire nonostante gli altri dei provarono a parlargli dal di fuori della roccia. Tutto sembrava perduto quando Uzume (altra divinità) ebbe una geniale quanto stramba idea. Fece organizzare una festa proprio accanto al nascondiglio di Amaterasu. Come se non bastasse la bella dea Uzume cominciò a danzare in modo “erotico” tanto da attirare la curiosità e l’attenzione di Amaterasu che aprì leggermente la porta del suo nascondiglio per sbirciare la danza di Uzume e appena aprì, un raggio di luce (l’alba) uscì, facendo notare a tutti gli altri dei (grazie ad uno specchio messo in un albero nelle vicinanze) che aveva aperto lo spiraglio.

Tajikara a questo punto prese la roccia ormai sbloccata e la spalancò velocemente così che il mondo potè riavere la luce.
Si narra anche che durante questa festa furono suonati per la prima volta dei tamburi TAIKO, da qui la valenza quasi religiosa di questi strumenti.

Friday, November 25, 2005

SUIHANKI


Il SUIHANKI è uno degli elettrodomestici indispensabili presenti nelle case dei giapponesi è una specie di bollitore elettrico per cuocere il riso a vapore.
Si tratta di un oggetto utilizzato come cuoci-riso che consente una cottura del chicco senza scuocere, in Italia mi e' capitato di vederlo in un negozio specializzato nella vendita di materiale giapponese ad un prezzo molto elevato, non conosco invece il prezzo con cui viene venduto in Giappone , ma data l'elevata diffusione immagino non sia cosi' costoso !

Thursday, November 24, 2005

ANIME - KAGAKU NINJATAI GATCHAMAN


La battaglia dei pianeti, fantascienza.

Ken l'aquila, Joe il condor, Jun il cigno, Jimpei la rondine e Ryu il gufo formano la pattuglia spaziale Gatchaman e a bordo dell'astronave God Phoenix combattono gli invasori Galactors.

Le loro avventure ideate da Tatsuo Yoshida, avranno un seguito in altre due serie dal 1978 e del 1979. Il disegno è di Ippei Kuri e la regia di Hiroshi Sasagawa.

Il design innovativo di questo anime per l'epoca era molto accattivante e le storie originali.

Trama:
A causa del crescente inquinamento e la preoccupante riduzione delle risorse energetiche, l' Organizzazione scientifica internazionale (Iso) dispone un piano d'emergenza per migliorare le condizioni ambientali terrestri. Ma a mettere i bastoni fra le ruote ci pensa la terribile banda criminale Gallactor , intenzionata a conquistare il mondo prendendo il controllo dell'Iso. Gallactor è stata creata da un misterioso alieno proveniente dal pianeta Spectra , noto come Generalissimo X , che impartisce ordini dalla sua base segreta al luogotente Berg . Per contrastare le mire di Gallactor e dei suoi mostri robot, il direttore dell'Iso, dottor Nambu , costituisce un'apposita squadra di eroi, dotati di poteri speciali e costumi dalla foggia d'uccello. Il team viene battezzato Gatchaman ed è composto da cinque giovani: Ken l'aquila , il capo, Joe il condor , forte e impulsivo, la graziosa Pretty Jane il cigno (Pretty Jun), il robusto Ryu il gufo e il piccolo Gimpy la rondine (Jinpei). Oltre a fare affidamento sulle proprie forza e intelligenza, i membri del Gatchaman possono contare sulla potente astronave Phoenix , in grado di trapassare da parte a parte i robot nemici. Questo anime è suddiviso in tre serie consecutive, Gatchaman, Gatchaman II (52 episodi) e Gatchaman F (48 episodi), ma in Italia sono state trasmesse solo due versioni mescolate come un'unica serie, ossia la prima originale e quella realizzata per il mercato Usa, epurata delle scene più violente, ma con un nuovo personaggio, il robot 7-Zark-7 .

Wednesday, November 23, 2005

SHICHI GO SAN (7-5-3)


SHICHI GO SAN (7-5-3)

Durante il periodo di crescita dei bambini all'età di 3 , 5 e 7 anni è usanza in Giappone fare una festa il 15 di Novembre.
Solitamente i bambini di 5 anni e le bambine di 3 e 7 anni indossando bellissimi kimono tradizionali fanno visita nei templi per ringraziare per la buona salute e pregare affinchè la buona fortuna continui in futuro.

Tuesday, November 22, 2005

ANIME - KASHI NO KI MOKKU


(Mokku della quercia) - Le nuove avventure di Pinocchio, classico.

La serie, prima versione animata giapponese della favola di Pinocchio, non si attiene, se non in minima parte, al romanzo scritto da Collodi.
Il nome del protagonista viene cambiato in Mokku, e le storie, ideate da Tatsuo Yoshida e sceneggiate da Junzo Toriumi e Akiyoshi Sakai, sono il più delle volte inventate ex-novo.
Tuttavia ricordo di aver seguito questo bizzarro Pinocchio con interesse e simpatia durante i numerosi episodi (una cinquantina) andati in onda sulle TV italiane attorno ai primi anni '80.


Monday, November 21, 2005

MISOSHIRU


Il MISOSHIRU è un altro dei piatti tipici giapponesi consumati abitualmente ed è la zuppa di "miso". Il miso e' prodotto con fagioli di soia bolliti in acqua salata, pestati e fatti fermentare con uno speciale enzima "koji" per alcuni mesi.

Il misoshiru può essere preparato con differenti ingredienti che variano a seconda dei gusti personali e dalle abitudini della famiglia.

Questo piatto viene consumato senza le tradizionali bacchette HASHI ma con un grosso cucchiaione di legno (^^)'...fortunatamente !

Friday, November 18, 2005

FIABE e LEGGENDE - Tengu


I tengu sono (insieme ai Kappa) una delle razze mitologiche più note in Giappone. Quello che forse non tutti sanno è che non ne esiste solo una di razza ma ben due. La prima i Karasutengu che sono praticamente grossi corvi dall’aspetto antropomorfo e hanno il potere di cambiare forma. La seconda razza è quella dei Konohatengu che sembrano più umani ma sono facilmente identificabili per via del loro lunghissimo naso (da qui il loro soprannome). Si dice però che questo naso spropositato sia in realtà il loro lungo becco coperto da una maschera. La loro figura più classica (di entrambe le razze) li vede indossare il classico abito degli yamabushi (asceti di montagna) e i mitici geta (zoccoli tradizionali). Altra cosa che distinguono le due razze sono le diverse capacità e risorse. I karasutengu per esempio sono maestri nell’arte del bushido e depositari delle arti marziali (infatti uno di loro addestrerà il grande Yoshitsune Minamoto). I Konohatengu invece non sono abili guerrieri e possiedono una foglia che usano a mò di ventaglio per scatenare piccoli tornadi e uragani. Il capo dei Konohatengu (il grande Sojo Bo dal rosso viso ) ha una foglia talmente potente da scatenare uragani a grandezza naturale !!!! Ancora un mistero è la loro natura che nonostante il tanto tempo trascorso è rimasta tuttora abbastanza offuscata, ossia capire se siano per lo più malvagi o benevoli se non addirittura burloni.
Esiste un gran numero di maschere dedicate proprio ai tengu con il loro caratteristino lungo naso, alcune usate anche nel teatro No.

Thursday, November 17, 2005

ANIME - GENSHI SHONEN RYU


Ryu, il ragazzo delle caverne - 1972 Avventura.

E' sicuramente uno dei manga meno famosi giunti in Italia, tuttavia ricordo di aver seguito con molto divertimento la serie in TV negli anni 80.

Ryu è un ragazzo dell'età della pietra nato con la pelle bianca, in un paese dove tutit l'hanno scura; nel corso degli anni, durante la ricerca della madre, Ryu affronta le difficoltà della vita in un ambiente ostile, scontrandosi frequentemente con pregiudizi razziali e famelici dinosauri, primo fra tutti il gigantesco Tyrano. Il soggetto di Shotaro Ishimori ci offre un'ulteriore prova della sua innata capacità di rappresentare i diversi generi con grande disinvoltura. La serie è tratta dal manga "RYU NO MICHI" (la strada di Ryu) dal quale sono stati eliminati tutti gli elementi fantascientifici

Wednesday, November 16, 2005

WASABI


Il WASABI è una salsina molto piccante utilizzata nella cucina giapponese, si tratta di una salsa a base di rafano verde servita spesso come accompagnamento con sushi e sashimi.
Alcune volte viene già inserita all' interno dei "bocconcini" di maki-sushi solitamente tra il pesce ed il riso.
Oltre a nascondersi dentro il sushi a volte viene presentato ammucchiato a forma di piccolo cono di montagna, da evitare il gesto incauto di mangiarlo in un solo boccone, infatti è molto piccante e va usato in piccole dosi, magari sciogliendolo nella soia.
I giapponesi spesso mescolano il wasabi direttamente nella salsa di soia quando preparano la salsa in cui intingere il sashimi, mentre questo non viene generalmente fatto quando si mangia il sushi; comunque molti tradizionalisti deprecano questa pratica, dato che il sapore del wasabi diventa molto più difficile da notare.
Io trovo che il sapore di questa salsa sia molto simile al gusto agro-piccante dell' italianissima mostarda !
Da ricordare inoltre che il wasabi possiede una gran varietà di proprietà medicinali: è un efficace agente germicida, fa bene alla pelle, protegge contro la trombosi e possiede elementi anti-cancerogeni.

Tuesday, November 15, 2005

LIBRI - LA MENTE IMMUTABILE Takuan Soho


Takuan Soho (1573-1645) fu un monaco zen della setta Rinzai, calligrafo, pittore, poeta e maestro nell'arte del giardinaggio e della cerimonia del tè.
Viene naturale domandarsi come mai un monaco buddhista scrive un testo sulla Via della Spada, dedicandolo ad un Maestro in questa stessa via : il suo amico intimo Yagyu Munemori.
La risposta è molto difficile da trovare e comprendere è contenuta nella frase divenuta molto famosa tra i samurai "lo Zen e la Spada sono la stessa via".
La morte non è infatti soltanto quell' episodio certo che è la fine del nostro peregrinare su questa terra, ma piuttosto un nemico che ci sfida tutti i giorni e ci sconfigge quando siamo disattenti, ogni volta che ci lasciamo sfuggire tra le dita la vita perchè siamo troppo pigri, troppo avidi, troppo orgogliosi, troppo pavidi...

Monday, November 14, 2005

FIABE e LEGGENDE - Sayuki


E’ una delle più famose (se non la più famosa in assoluto), leggenda Zen cinese. E’ stata infatti trasposta da una miriade di manga ed anime. Scritta da Wu Cheng'ne narra del mitico scimmiotto di pietra,così chiamato perchè duro come la pietra e nato appunto da un masso millenario sul monte Kakazan. Sun wu kung (o come maggiormente conosciuto Son Goku) ,che significa "Sun l'acrobatico", appena nato si autoproclama re delle scimmie e grazie agli insegnamenti di un vecchio saggio imparerà a mutare forma, creare copie di se stesso e usare la nuvola kinton per viaggiare. Nonostante i suoi grandi poteri non si accontenta e si reca al palazzo del re Dragone per farsi consegnare il Nyoibo, un bastone capace di allungarsi praticamente all'infinito. Il periodo di allenamento per diventare più forte durò ben sette anni ed al suo ritorno a casa trovò il modo di mettere subito in pratica quanto imparato perchè i suoi sudditi erano minacciati da dei demoni, ma grazie alla sua immensa forza e poteri acquisiti se ne liberò senza problemi. Con l'andare del tempo però Goku divenne prepotente verso le altre scimmie, così tanto da farsi accorgere dal Re del Cielo che per distoglierlo e renderlo più responsabile decide di affidargli la sorveglianza delle sue stalle. Questo però non portò a nessun risultato positivo, tanto che lo scimmiotto cominciò a commettere anche nefandezze e nemmeno l'intervento diretto del figlio dell'Imperatore bastò a placarlo e riportarlo all'ordine. Visto che la situazione degenerava e vista la pericolosità di un essere così potente, Buddha stesso decise di sfidarlo e Son Goku accetta. Grazie ad un trucco l'Illuminato riesce ad imprigionare lo scimmiotto in una montagna e lo lasciò lì a meditare sulle sue azioni. Dopo 500 anni il bonzo Tripitaka lo libererà ma a patto che Goku lo segua e lo aiuti nel suo viaggio verso l'India alla ricerca delle pergamene originali e complete dei Sutra. Anche se in un primo tempo accetterà, lo scimmiotto tenterà comunque di fuggire, ma il bonzo gli donerà una coroncina d'oro spacciandola per un regalo ma una volta indossata (a comando di Tripitaka) l'oggetto gli procura dolori atroci richiamandolo così all'obbedienza. Durante il loro viaggio il prete buddista e lo scimmiotto saranno affiancati da una divinità decaduta diventata demone dalla testa di maiale (porcello delle otto astinenze) di nome Hakkai e da un alchimista di nome Sagojo che verrà in seguito trasformato in un mostro di sabbia. Gli ultimi ad unirsi alla compagnia saranno i demoni Ginkaku e Kinkaku. Alla fine i nostri eroi riescono a raggiungere le terre di Tenjiku grazie al magico ventaglio di Bashoosen e recupereranno così i sacri testi.

Molti sono i manga ispirati a questa leggenda, tra questi ricordo molto bene "The Monkey", la scimmietta Monkey.

Friday, November 11, 2005

ANIME - LUPIN SANSEI (LUPIN III)


1972 - genere avventura.

Uno dei più simpatici e longevi personaggi dell'animazione è senza dubbio Lupin III, nipote di Arsène Lupin, famoso ladro gentiluomo creato dallo scrittore francese Maurice Leblanc.
Lupin III agisce assieme all'infallibile tiratore Daisuke Jigen e al maestro di spada Goemon Ishikawa; anche Fujiko Mine, bella ma infida ragazza e l'ispettore Zenigata, acerrimo nemico del protagonista fanno parte del gruppo di straordinari personaggi creati da Monkey Punch, pseudonimo di Kazuhiko Kato e caratterizzati in questa priam serie disegnata da Yasuo Otsuka.

Forse non tutti sanno che il maestro di spada, è un personaggio leggendario giapponese (un ladro) vissuto nel '500 che catturato in seguito a numerosi furti e illegalità venne giustiziato in un calderone di acqua bollente.
Percio' la vasca da bagno tipica giapponese si chiama "goemon buro" (la vasca da bagno di Goemon).

Thursday, November 10, 2005

FIABE e LEGGENDE - Oni



Gli Oni secondo la mitologia giapponese non sono altro che diavoli o demoni (o orchi) dall’aspetto antropomorfo molto inquietante e cupo. Già famosi nell’antico Giappone erano infatti gli esseri da abbattere in numerose ed epiche avventure, molto grandi fisicamente e molto massicci, con artigli alle mani e con delle corna sulla testa (il numero di quest’ultime non era necessariamente due e potevano averne persino in numero dispari).
Altra loro caratteristica fisica sono gli enormi canini che spuntano dal basso (labbro inferiore) che contribuiscono a dare un espressione perennemente feroce e dura. Con gli occhi sempre sgranati e spiritati incutevano timore col solo sguardo (e nessuno comunque avrebbe mai voluto fare questa esperienza). Di colori diversi (possono infatti avere la pelle sia blu, giallo, rosso e verde) sono vestiti con mitiche pelli portate come calzoncini o mutandoni o vestiti tipo tuniche. Come avrete già capito si tratta di esseri malvagi che commettevano nelle leggende le peggiori nefandezze rubando, saccheggiando e divorando bambini (una delle cose che preferiscono). Sono anche avversari formidabili e non solo per la loro grande forza fisica e mole ma anche perché conoscono bene il bushido. L’unica loro debolezza è di non essere proprio dei geni cosa che li rende attaccabili sul piano strategico in combattimento.

Wednesday, November 09, 2005

YAKYU - BASEBALL



Contrariamente a quanto si possa pensare, i giapponesi oltre agli sport (o meglio arti marziali) tradizionali quali il SUMO, KARATE... amano molto seguire 2 sport tipicamente occidentali: il calcio e il baseball !
Soprattutto il BASEBALL chiamato YAKYU e' molto popolare in Giappone.
Oltre alle squadre di professionisti è famoso il campionato di baseball fra scuole superiori che si chiama "koko yakyu" che si tiene allo stadio "Koshien" ("koko" e' la scuola superiore, "yakyu" significa "baseball") che si tiene due volte all'anno (in primavera e in estate) qui i giapponesi fanno il tifo per la squadra della loro regione.
Gli HANSHIN TIGER sono la squadra del cuore della mia amica speciale giapponese della citta' di Nishinomiya !

Tuesday, November 08, 2005

YAKI-IMO



YAKI-IMO è un dolce tradizionale autunnale giapponese, ma in effetti anche molto italiano eheheh (^_^). Si tratta infatti delle patate dolci (patata americane) arrostite sulla brace.

In Giappone sono diffuse anche delle bancarelle ambulanti (tipo le nostre delle caldarroste) che vendono le YAKI-IMO.

Patata dolce in giapponese si dice "satsuma imo" , mentre il termine "ishiyaki imo" indica le patate arrosto cotte sulla ghiaia bollente) con la bancarella mobile. "Ishi" significa "pietra" ("ghiaia" in questo caso), "yaki (yaku)" e' "cuocere" e "imo" e' la "patata".

Monday, November 07, 2005

MOMIJIGARI


MOMIJIGARI è un termine che indica il passatempo tradizionale giapponese che consiste nell'osservare il cambiamento dei colori nelle foglie degli alberi.
Durante questo periodo dell'anno. le foglie di acero e di gingko biloba mutano i colori dal verde brillante alle sfumature di rosso, arancio e giallo.
Molti giapponesi viaggiono per il paese per osservare il cambio stagionale in tutta la sua poesia, in particolare Kyoto risulta essere molto famosa per il colore brillante del fogliame autunnale che attrae una moltitudine di turisti e visitatori.

Ciò che mi meraviglia è che un paese frenetico come il Giappone con dei ritmi lavorativi di 14 ore al giorno (compresi i week-end) non abbia sradicato la voglia di bello che è insita nell'animo umano ma al contrario si concede delle pause per osservare la natura o bere del te' in modo cerimoniale con ritmi e forme prestabiliti.

Friday, November 04, 2005

LIBRI - Il KI e il senso del combattimento di Kenji Tokitsu


Ne "il ki e il senso del combattimento", il Maestro di karate Kenji Tokitsu (praticante fin da bambino di diverse arti mariali giapponesi quali il Kendo) affronta le questioni fondamentali circa l'essenza e la struttura delle arti marziali e il senso e il futuro della loro pratica nel mondo moderno occidentalizzato, trovando risposte illuminanti.
Elemento fondamentale è la nozione di 'BUDO': una pratica corporea che mira all'autoformazione, unendovi la ricerca della perfezione.
Chiave e guida del BUDO è il KI cioè energia vitale, soffio e respirazione, un concetto indefinibile a cui si riferisce una sensazione corporea concreta.
Nel momento in cui il praticante di arti marziali comincia a percepire intensamente il ruolo che ha il ki nel combattimento, la sua pratica tende a costituirsi come Via, e appare una vera coscienza del Budo.

Consiglio questo libro a tutti coloro che cercano con la pratica di un'arte marziale di migliorare la qualita' della vita attraverso una ricerca costante del perfezionamento senza soffermarsi sull'aspetto puramente competitivo come invece spesso accade in Italia.

Thursday, November 03, 2005

LIBRI - Il suono della montagna di Kawabata Yasunari


"Il suono della montagna", apparso nel 1949, è considerato con "Il paese delle nevi", il maggior romanzo di Kawabata, Premio Nobel 1968 per la letteratura. Il personaggio centrale del libro è Shingo, uomo sensibile e inquieto, assorto nei sogni e nelle tristezze del passato, nei terrori e nelle premonizioni del presente. Di fronte alla decadenza inarrestabile della sua vita e della sua famiglia, Shingo si lega sempre più strettamente a Kikuko, la giovane e infelice moglie di suo figlio. I misteriosi segnali della natura, il "suono della montagna", un riccio di castagna che cade, mentre vengono scambiate le coppe di sakè rituale, sono, nella vita di Shingo, un incitamento, come se si trovasse a un punto cruciale, se fosse giunto il tempo di decidere.

Personalmente trovo Kawabata un un grandissimo scrittore, i suoi libri sono ricchi di descrizioni che danno l'idea al lettore di trovarsi proprio nella situazione e nello stato d'animo del protagonista del romanzo, inoltre soprattutto ne 'il suono della montagna' vi sono numerose citazioni alle affascinanti tradizioni giapponesi.

Un libro da leggere tutto d'un fiato che proietta il lettore in un mondo raffinato, estetico e sensibile alla natura dove anche un suono della montagna viene percepito e diventa turbamento interiore.

Wednesday, November 02, 2005

ANIME - KONCHU MONOGATARI MINASHIGO HUTCH


L'ape Magà.
In una foresta troneggia un maestoso alveare, che le laboriose api si adoperano per migliorare ogni giorno di più. Improvvisamente, però, un attacco delle malvage vespe costringe i poveri insetti a lasciare la loro casa. Nella confusione il piccolo Hutch si perde, lasciato indietro dalle compagne. Iniziano cosi' le sue avventure alla disperata ricerca delal madre, l'ape regina ricerca che lo porterà alla scoperta del meraviglioso mondo degli insetti. Dopo innumerevoli traversie, il piccolo Hutch ritroverà la mamma e una nuova casa.
La storia che presenta il soggetto e la sceneggiatura di Junzo Toriumi è ideata da Tatsuo Yoshida e diretta da Ippei Kuri.

Curioso notare come l'autore sia riuscito a rendere simpatico un insetto che poi a molti incute timore, inoltre ricordo molto bene che in ogni puntata della serie TV si scoprivano piano piano le caratteristiche degli insetti incontrati da Hutch ,quindi alla fine risultava qualcosa di istruttuvo senza mai scadere nella noia !!!

Friday, October 28, 2005

FIABE e LEGGENDE - Hanasaka Jiisan


C'erano una volta un nonno e una nonna che vivevano con un cane a cui volevano molto bene. Erano due persone molto gentili e oneste, ed ogni giorno lavoravano diligentemente.
Un giorno mentre il nonno stava lavorava nel suo campo come d'abitudine, il cane venne a trovarlo e riusci' a portare il nonno in un preciso luogo abbaiando e scodinzolando.

Il cane improvvisamente si fermò, guardò nonno, e disse, "Scava qui, bau bau! Scava qui, bau bau". Il nonno allora cominciò a scavare una fossa come aveva detto il cane finchè la punta della zappa toccò qualcosa di solido: proprio grazie al suo amato cane trovò un sacco di soldi d'oro lucenti. Il nonno dopo aver ringraziato e coccolato l'amato cagnolino portò i soldi a casa dalla nonna con grande gioia.
Alcuni giorni dopo la vicina venne in visita e chiese alla nonna l'origine di tutti quei soldi dato che i nonni erano sempre vissuti in povertà si stupi' molto;il nonno allora senza dimenticare nessun particolare le spiegò tutto quello che gli era successo.
La vecchia vicina tornò subito a sua casa, e avverti' suo marito. Questi due, al contrario dei 'nostri' nonni erano due persone molto avare. Il vecchio quindi disse, "Prendiamo il cane in prestito, e scaviamo dei soldi anche noi!"
Il vecchio avaro portò fuori il cane con la forza cosi' che l'animale si stancò subito,il vecchio invece pensò che volesse indicare il punto buono per scavare;

presa la pala iniziò a scavare con frenesia ma si accorse solo che sotto la terra c'era un mucchietto di letame di cavallo e buoi.
Quindi colto dall'ira uccise il cane. "Questo maledetto cane!" disse così lo sotterò sotto l'albero di pino.
I nonni preoccupati per il loro cane appresero con dolore che il loro beneamato era ormai morto infatti il vecchio avaro spiegò a loro che il cane era morto improvvisamente per malattia e lui lo aveva gentilmente sotterrato sotto ad un pino.
Subito i nonni corsero vicino alla pianta, erano molto tristi, e piansero per il cane, magicamente il pino assorbi' le loro lacrime e crebbe in altezza diventando un pino molto grande.

Il nonno decise allora in ricordo dell' amico defunto di costruire un mortaio dal pino. Giunti a casa iniziarono a pestare il 'mochi' di riso nel mortaio e ogni volta che i nonni usavano il mortaio da questo uscivano dei soldi d'oro.
La vicina venne a conoscenza anche di questo e chiese in prestito anche il mortaio nella speranza di ottenere del denaro,subito cominciò a pestare "il mochi" tuttavia nuovamente usci' del letame. Il vecchio avaro si arrabbiò, e ruppe e bruciò il mortaio.
I nonni gentili che vennero a prendere il mortaio videro solo la cenere del mortaio. Erano molto tristi, e almeno per il ricordo del cane raccolsero la cenere, e la portarono a casa.
Mentre camminavano, soffiò il vento. La cenere che aveva in mano il nonno si sollevò e arrivò sopra un albero secco. Allora l'albero fiorì improvvisamente, il nonno salì sull'albero, e sparse una manciata della cenere. Intorno al nonno tutto diventò pieno di fiori.
Questa storia giunse alle orecchie del signore del feudo.Incuriositò il signore invitò il nonno e gli chiese una dimostrazione della sua abilità, quando il nonno sparse una manciata della sua cenere magica tutti gli alberi del giardino fiorirono meravigliosamente. Il signore fu cosi' contento dei fiori che decise di dare al nonno una lauta ricompensa.
I vicini ancora una volta vennero a conoscenza dei fatti e il vecchio avaro decise di emulare il nonno, ovviamente non riusci' ad ottenere lo stesso risultato e rischiò per la sua insolenza di venire imprigionato. Il signore si arrabbiò molto e gli fece giurare di diventare una persona onesta.

Mentre i nonni gentili vissero in pace per sempre con i soldi che avevano ricevuto dal loro amico a 4 zampe.

Thursday, October 27, 2005

FILM - Tasogare Seibei (Twilight Samurai)



Titolo originale: Tasogare Seibei
Nazione: Giappone
Anno: 2002
Genere:Azione, Drammatico
Durata:129'
Regia: Yoji Yamada
Sito ufficiale:www.shochiku.co.jp/seibei
Cast: Hiroyuki Sanada, Rie Miyazawa, Nenji Kobayashi, Min Tanaka, Ren Osugi, Mitsuro Fukikoshi
Produzione:Hiroshi Fukazawa, Shigehiro Nakagawa, Ichirô Yamamoto
Distribuzione:Dolmen Home Video
Data di uscita:12 Luglio 2005 (Homevideo)
Trama:Seibei Ihuchi, dopo la morte della moglie per tubercolosi, è diviso tra i suoi doveri di samurai e gli obblighi nei confronti delle figlie e della madre anziana. L'uomo, dopo anni, incontra l'amica di gioventú Tomoe, tornata al paese dopo il divorzio da un prepotente spadaccino piú anziano di lei. Tra i due c'è una reciproca attrazione ma Saibei è riluttante a dichiararsi vista la sua disastrosa condizione economica e la sua dissestata vita famigliare. Ma durante un duello, armato di un solo bastone sconfigge Toyotaro, l'ex marito di Tomoe, e le sue doti di samurai sono rivelate. La voce si sparge e Seibei è costretto dai propri doveri feudali ad impugnare la spada per uccidere Yogo, grande guerriero e disilluso oppositore del nuovo capo clan, in uno scontro che potrebbe portarlo alla morte.

Mi è capitato di vedere recentemente questo film e mi sento di consigliarlo a tutti gli amanti dei film orientali di genere JIDAI-GEKI (drammi di 'cappa e di spada'), la genialità del film comunque sta a mio parere non solo nelle scene d'azione ma nel pathos che traspare in ogni momento e nella cura per i particolari che rivela un regista attento alla vita quotidiana fatta di semplicità e sentimenti forti.

Wednesday, October 26, 2005

HASHI


Le HASHI sono le bacchette tradizionali utilizzate dai giapponesi quotidianamente per mangiare. A differenza di quelle coreane che sono in metallo, le HASHI giapponesi sono in legno (più o meno costose per lavorazione o tipo di legno) e sono diffusissime sia nei ristoranti che nei sushi-bar.
Per maneggiarle agevolmente ci vuole un po' di allenamento e qualche semplcie regola:
-la bacchetta superiore viene tenuta tra pollice, indice e medio come una matita e viene mossa su e giù
-si aggiunge la seconda tra il dito medio e quello anulare.
Per prendere il cibo tenete ferma la bacchetta inferiore ed abbassate con il dito indice la superiore per afferrarlo.

Le cose che invece non si devono fare mai con le bacchette e che derivano da una tradizione religiosa sono:
-due persone prendono insieme una cosa con due paia di bacchette, perche' solo le ossa dei morti si tengono con due paia di bacchette.
-lasciare le bacchette inserite in mezzo ad un cibo, questo significa che il cibo e' per i morti. E' considerato una maleducazione e anche cattivo auspicio fare questi due atti tranne che nelle occasioni particolari come nei funerali.
-usare la bacchetta per puntare qualcuno
-leccare le hashi.

Quindi se non volete far inorridire i vostri amici giapponesi fate attenzione a questi accorgimenti ! ! !

Tuesday, October 25, 2005

FIABE e LEGGENDE - Kasajizo (le statuette di pietra della divinita')


C'erano una volta un nonno e una nonna che abitavano in una casetta in montagna.
Alla mattina dell'ultimo giorno dell'anno il nonno e la nonna stavano discutendo:
-"Anche se domani e' capodanno, non abbiamo nessun mochi (dolce di riso) da mangiare, neanche un chicco di riso. E non abbiamo soldi per comprarlo."
-"Facciamo dei copricapi di paglia! E io vado in citta' a venderli. Cosi' posso tornare qui dopo aver comprato mochi e pesci." si offri' il nonno.

Quando il nonno arrivo' in citta', aveva gia' iniziato a nevicare. Tanta gente camminava per la strada, il nonno comincio' a vendere i copricapi di paglia gridando "volete copricapi? Volete copricapi?"; purtroppo nessuno sembrava interessato.
Tempo dopo il nonno si rassegnò a tornare a casa senza portare mochi e pesci, ma sapendo che la nonna lo aspettava con speranza, il nonno era molto triste.

Mentre stava camminando il nonno trovo' 6 statuette di pietra della divinita', che avevano della neve sulle teste."Oh, poveri.. Fa freddo, vero?", il nonno tolse la neve sulle teste di ogni statuetta di pietra, e ci mise i copricapi di paglia, poi accorgendosi che mancava ancora un copricapo..mise il suo tenugui (fazzoletto)sulla testa dell'ultimo statuetta.

Quindi rientrò a casa, si scusò con la nonna per non aver portato i cibi e per aver lasciato tutti i copricapi sulle teste di statuette, la nonna sentendo queste parole rispose sorridendo: "non devi scusarti, hai fatto un bene. Le beate statuette di pietra della divinita potranno avere buon capodanno."

Quella notte mentre il nonno e nonna dormivano, si udi' un suono strano, come il rumore di qualcuno che stesse portando un carico pesantissimo nella neve. A quei rumori il nonno e la nonna si svegliarono e andarono a vedere che cosa era. Aperta la porta, videro tanti sacchi di paglia: del riso, mochi, pesci, verdure e soldi davanti a casa. Poi videro in lontananza delle figure di statuette con i copricapi lontane che andavano via.
Seppero cosi che gli dei erano venuti a ringraziare nonni per i copricapi.

Da allora il nonno e la nonna vissero felicemente.

Monday, October 24, 2005

KAPPA


Kappa significa letteralmente "figlio del fiume" noto come folletto d’acqua. Originario della religione shintoista , il loro comportamento più solito era quello di trascinare i bambini nell’acqua per farli poi morire annegati anche se non disdegnavano attaccare individui adulti colti di sorpresa nei pressi del lago, fiumi o stagni che abitavano. La loro pericolosità era data dalla loro incredibile forza fisica, infatti riuscivano ad avere la meglio pure con animali di grossa taglia. Il loro punto di forza (ma anche punto debole) era nella testa. Quest’ultima non poteva stare a lungo senza essere bagnata, quindi il tempo in cui un kappa veniva sulla terra ferma era comunque limitato anche se non breve. Inoltre con la testa bagnata si dice che avessero la forza di 100 uomini !!! Ma oltre a questo sono anche abili lottatori di sumo. Di Kappa ne esistono diversi tipi di razze formate ognuna con un vero e proprio rango sociale come i kahaku, gli hyotoku, i fuchizaku , i suiko, i kimujin, gli shibaten, i mintsuchikamui, gli hyoosuki, i garappa, gli shibatengu, gli hyoosue e i kenmon. Per quanto riguarda il loro aspetto fisico ci sono più versioni ma la più comune è innanzitutto che sono verdi, con una chierica sopra la testa e un grande becco. Il corpo è simile a quello di una tartaruga ed infatti hanno anche un guscio sulle spalle. Naturalmente il loro fisico adattato all’acqua possiede mani e piedi palmati. Non molto grandi fisicamente hanno anche la particolarità di mimetizzarsi benissimo con l’ambiente che li circonda, come i camaleonti. La loro “dieta” è a base di sangue, vittime annegate (sia umani che animali) e cetrioli (sembra non amino il pesce eheheh) ed usano quest’ultimi per viaggiare cavalcandoli. Il loro aspetto e la loro triste fama non deve comunque trarci in inganno. I kappa solo esseri molto intelligenti e padroni assoluti dell’arte ortopedica che loro insegnano solo a uomini che ritengono degni. Infatti ci sono stati casi in cui dei Kappa hanno pure aiutato delle persone che hanno conquistato la loro stima e amicizia.

Si pensa alla nascita dei kappa nella mitologia giapponese come risultato di genitori che inventarono questi folletti per spaventare i figli in modo che questi non si avventurassero da soli in fiumi, laghi o stagni.


Friday, October 21, 2005

FIABE e LEGGENDE - TARO URASHIMA (il pescatore)


Molto tempo fà sulle rive nel mar del Giappone viveva un pescatore di nome Urashima conosciuto da tutti per la sua grande abilità sia con la canna da pesca che con la rete. Un giorno tirando le reti sulla sua barca pescò uno stupendo esemplare di tartaruga che probabilmente gli avrebbe fatto guadagnare un bel pò di soldi in più rispetto ai soliti ricavi per la vendita di pesce comune. Il buon Taro però era d'animo sensibile e tra se e se pensò che non aveva il diritto di uccidere un animale che sarebbe vissuto almeno altri 1000 anni così liberò la sua preziosa preda. Il peso dell'animale lo stancò tanto da farlo sdraiare sul fondo della barca così poco dopo si addormentò contento per la sua buona azione mentre le onde lo cullavano. Al suo risveglio (ormai al tramonto), Taro si alzò stropicciandosi gli occhi e sbalordito vide una bellissima ragazza seduta nella sua barca. Aveva la pelle color della luna, i capelli color del sole e gli occhi color del mare. Subito il ragazzo gli domandò chi fosse e lei rispose dicendo di essere la figlia del dio del mare, che viveva nel profondo degli abissi al palazo dei draghi insieme a suo padre. La tartaruga che lui aveva risparmiato era in realtà lei stessa. Il dio del mare infatti aveva trasformato sua figlia nel rettile marino per fargli scoprire se Taro fosse d'animo buono in quanto la sua fama di pescatore era giunta sino alle loro orecchie. La ragazza gli dice che ora è sicura della sua bontà e che lui non avrebbe mai ucciso le creature del mare "gratuitamente" se non per la propria sopravvivenza, così gli annuncia felice che il padre vorrebbe che si sposassero e vivessero per 1000 anni nel palazzo dei draghi al di là del profondo mare azzurro. Urashima che amava l'avventura e si era innamorato a prima vista di quella fanciulla, non se lo fece dire due volte. Così, preso un remo ciascuno, i due giovani cominciarono a remare e il giorno dopo alle prime luci dell'alba arrivarono nel regno dove il dio del mare governava sui draghi sulle tartarughe e su tutti i pesci. Non appena Urashima vide il palazzo del dio del mare illuminato dalle prime luci del mattino gettò un grido di meraviglia. Le pareti erano di corallo, gli alberi avevano smeraldi per foglie e rubini per frutti. I pesci che guizzavano intorno avevano squame d'argento e i draghi avevano code d'oro massiccio. Neanche nelle sue fantasie più sfrenate il giovane pescatore avrebbe immaginato un luogo di così incommensurabile bellezza. In più, visto che stava per sposare la figlia del dio, tutto quello che vedeva sarebbe stato suo. La felicità era al settimo cielo. Una volta celebrato lo sfarzoso matrimonio i due sposi cominciarono la loro agiata vita in quel regno meravoglioso, passeggiando tra i giardini di pietre preziose e ricevendo ogni giorno le visite e gli omaggi delle tantissime creature del mare di cui erano sovrani. Passarono tre anni di gioia e amore reciproco ma arrivò il giorno in cui Urashima sentì fortemente la nostalgia del suo paese, della sua casa e naturalmente della sua famiglia della quale non aveva saputo più niente nonostante le continue domande fatte ai suoi sudditi. Così Taro disse alla moglie del suo desiderio di tornare a casa per vedere in che condizioni fossero i suoi cari, in quanto lui stesso con la sua pesca era stato il più grande sostentamento della sua famigla ed ora aveva paura che fossero caduti in povertà. Così promettendo ti tornare presto a palazzo si apprestò a partire. La sua sposa triste per la sua decisone sapeva però che non avrebbe potuto fermarlo, così si rassegnò e gli donò una scatola magica per ricordarsi di lei durante il suo viaggio ma gli intimò di non aprirla per nessuna ragione altrimenti Urashima non sarebbe potuto tornare più da lei. Così detto Taro prese la stessa barca con cui era venuto con la principessa la prima volta e con la scatola magica si diresse verso la riva del Giappone dove si trovava il suo paese. Quando finalmente giunge a destinazione, ossi la riva da dove era partito a pescare ben tre anni prima, quasi non riconosceva più niente dei posti dove era cresciuto e dove aveva pescato fino a pochi anni prima. Di uguali c'erano solo le montagne, il ruscello che passava vicino casa, ma gli alberi per esempio erano tutti tagliati e non c'era traccia ne della sua casa ne del villaggio. Preoccupato cominciò a seguire il torrente per trovare le donne che erano solite lavarci i panni e chiedergli quindi spiegazioni ma niente, nemmeno una all'orizzonte. Seduto a terra venne colto dalla malinconia e tristezza e cominciò a piangere pensando alla sua amata sposa quando vide venire verso di lui due uomini che non conosceva e raccolto un pò di coraggio gli andò incontro per chiedergli dove fosse ora la casa del pescatore Urashima che un tempo abitava questo luogo. A questa domanda i due sconosciuti fecero una faccia sbalordita. -La casa di Urashima ? - dissero - Ma se sono 400 anni che Urashima è annegato mentre pescava e anche i suoi parenti , nipoti, e nipoti dei nipoti sono morti da molto tempo ormai. Come potete ricordarvi di lui e chiedere della sua casa ? Sono centinaia di anni che è caduta in rovina ed adesso non restano neppure le pietre. - Taro si guardò attorno smarrito con gli occhi lucidi di pianto e pensò che il meraviglioso palazzo del dio del mare con tutte le sue magnificienze appartenevano al mondo delle fate dove un giorno aveva la durata di un anno e gli anni la durata di secoli. Capì che nulla ormai lo legava al suo paese, visto che tutti i suoi cari e gli amici erano morti e che Taro Urashima era solo una leggenda del luogo ormai. Adesso il desiderio di tornare dalla sua amata sposa era più forte che mai ma non sapeva come farvi ritorno in quanto si era dimenticato di chiederlo alla principessa. Pensieroso si ricordò della scatola magica e la rimirò a lungo pensado che probabilmente aprendola avrebbe trovato il segreto per ritornare al palazzo del dio marino. Detto fatto, Urashima aprì la scatola disobbedendo alla sua sposa. Da sotto il coperchio prezioso uscì una specie di nuvola di fumo azzurro che si involò rapida sull'oceano. Taro le gridò, gli corse appresso ma non c'era niente da fare. Con le lacrime agli occhi pensò che ormai aveva perso ogni possibilità di rivedere la sua sposa che lo aspettava nel palazzo dei draghi dove era vissuto felice per tanti anni. Mentre correva dietro alla nuvola ad un certo punto si sentì mancare le forze. Smise di correre e di gridare. Improvvisamente i suoi capelli si fecero bianchi, il suo viso si coprì di rughe profonde e la schiena gli si incurvò come quella di un vecchio decrepito. Alla fine il suo respiro si fermò e cadde riverso sulla spiaggia da dove era partito tanti anni prima verso il paese dei sogni.

In Giappone esiste un detto che rappresenta bene il rispetto proprio per la longeva tartaruga:
"TSURU WA SEN-NEN, KAME WA MAN-NEN" = La grù vive fino a 1000 anni, la tartaruga 10.000 .

Thursday, October 20, 2005

TABI


I tabi sono i tipici calzini in cotone con l'alluce separato indossati con gli zori (e non con i geta).Possono essere portati sia dall'uomo che dalla donna, i colori tipici sono il bianco, il blu scuro e il nero possono essere di cotone molto spesso e resistente oppure leggeri.
Oltre che nell' abbigliamento tradizionale sono utilizzati dai praticanti di arti marziali (karate, kendo, kenjutsu e soprattutto iaido) durante l'inverno o su pavimenti particolarmente fastidiosi per la pratica a piedi scalzi.

Wednesday, October 19, 2005

ANIME - TIGER MASK


Uomo tigre, il campione 105 episodi 1971.
Creato da Ikki Kajawara e Naoki Tsuji, Tiger Mask è un lottatore mascherato addestrato alla 'Tana delel Tigri', una crudele scuola di wrestling che fa della scorrettezza e della violenza le loro armi vincenti.
Naoto Date, vera identità del lottatore, si rifiuterà però di usare i trucchi durante i combattimenti, diventando cosi' bersaglio dei lottatori killer della scuola. Fra un incontro e l'altro Naoto si dedica ai bambini dell' orfanotrofio che lo ospitava da piccolo e al quale devolve la maggior parte dei guadagni ottenuti vincendo i vari incontri.

La bellezza di questo anime sta nel messaggio che l'autore vuole trasmettere e cioè che vincere in modo scorretto non paga, inoltro trovo che la violenza degli incontri sia molto mitigata dal clima sereno che Naoto vive con i bambini quindi alla fine risulta essere nel complesso un anime molto ben equilibrato. Se non ricordo male questo personaggio aveva poi ispirato realmente un lottatore di wrestling che usava lo stesso costume con la maschera della tigre .


Tuesday, October 18, 2005

TANPOPO



Ci ho messo un po' a capire che quello che i giapponesi chiamano TANPOPO non è nient'altro che il nostro comune fiore 'dente di leone' che troviamo nei prati .
E' una pianta perenne. Ha una radice lunga anche fino a 15 centimetri, i gambi delle foglie sono corti ed interamente sotterranei, e producono una rosetta di foglie sulla superficie del suolo. Fiorisce dalla primavera fino all'autunno, i capolini dei fiori sono solitari e posti all'estermità dei gambi florali senza foglie e cavi; ogni capolino può contenere dai 100 ai 400 fiori di colore giallo. I gambi possono raggiungere un'altezza di 50 cm. e contengono un succo bianco. I semi sono sovrastati da un "paracadute" di setole (pappo) che favorisce il processo di disseminazione.


Monday, October 17, 2005

FIABE e LEGGENDE - LA GRATITUDINE DELLA GRU



C’era una volta un’anziana coppia che viveva serenamente in una capanna in mezzo ai boschi; la vita dei due scorreva placida, anche se a volte la solitudine si faceva sentire, dato che non avevano figli. Un giorno, mentre il marito stava raccogliendo legna per il fuoco, sentì un disperato lamento provenire dalla palude vicino al luogo in cui si trovava. Incuriosito, il vecchio si diresse in quella direzione, dove vide una stupenda gru bianca con una zampa bloccata nella trappola di un cacciatore. Il buon uomo non esitò un attimo, ed entrando nella fredda fanghiglia, raggiunse la povera bestia e la liberò; questa si alzò in volo verso il cielo che già preannunciava la neve, volteggiò un po’ sopra il suo salvatore emettendo grida di gratitudine, e poi se n’andò. Quella sera, davanti al focolare, l’uomo raccontò a sua moglie quanto gli era accaduto quel giorno e, mentre stavano ormai per accingersi ad andare a dormire, qualcuno bussò alla porta. Il vecchio andò ad aprire chiedendosi chi mai poteva trovarsi di notte in mezzo al bosco e sotto la neve, e la risposta fu sorprendente: si trovò infatti davanti una ragazzina dai modi gentili che chiedeva ospitalità per la notte, in quanto si era persa. La moglie si affrettò a farla entrare al caldo per asciugarsi e mangiare qualcosa, e preoccupata le chiese cosa mai ci facesse una ragazzina in mezzo al bosco tutta sola. Lei dichiarò di essere in viaggio senza una meta, e il vecchio pensò fra sé e sé che doveva esserle capitata qualche sciagura; così, senza indagare troppo per non essere scortesi, gli anziani coniugi chiesero alla ragazza di restare per far loro compagnia. Lei accettò con entusiasmo, ringraziò, e tutti andarono a dormire sereni. Il giorno dopo, prima del sorgere del sole, la ragazzina si alzò e si diresse in cucina per preparare la colazione ai suoi ospiti, ma trovò la dispensa completamente vuota. L’unica cosa a portata di mano era una cesta piena di spole di filo; lei le prese e si chiuse nella stanza da lavoro vicino alla cucina. Quando i due vecchietti si svegliarono sentirono provenire da quella direzione un rumore di telaio in azione; non vedendo la loro ospite nel suo letto si chiesero cosa stesse facendo, e la risposta non si fece attendere: la ragazza uscì dalla stanza con un rotolo di broccato dai colori bellissimi e rappresentante una gru nell’atto di spiccare il volo. I due rimasero stupiti, e ringraziarono più volte la giovane quando questa lo regalò loro perché lo vendessero, in modo da guadagnare un po’ di denaro per acquistare viveri per l’inverno. Il giorno stesso l’uomo si recò in paese e vendette il tessuto per un ottimo prezzo; con il ricavato, poi, acquistò vivande per tutti e tre e un bel pettine per la ragazza. Quella sera la capanna dei due anziani coniugi irradiava allegria, e quando fu ora di andare a dormire, la ragazza dichiarò che sarebbe rimasta sveglia per tessere qualche abito. I due si opposero, dicendo che era assolutamente necessario che lei si riposasse, ma la giovane insistette, ponendo in più una condizione: nessuno avrebbe dovuto andare a guardarla mentre lavorava. Un po’ sconcertati, i vecchi accettarono la condizione e andarono a dormire. Da quella volta, ogni mattina la ragazza ebbe pronto un rotolo di broccato che il vecchio vendeva in paese, ottenendo il denaro necessario a comprare le scorte per l’inverno. La cosa continuò per settimane, e più passava il tempo, più la ragazza sembrava indebolirsi, diventare pallida e dimagrire. Era come se fosse costantemente sul punto di svenire e, quando una sera si rifiutò di toccare cibo, i vecchi protestarono ed esortarono la ragazza a riposarsi di più. Per tutta risposta, lei chiese che le fosse permesso di preparare un ultimo rotolo di broccato, e si diresse nella sua stanza di lavoro barcollando e chiudendosi la porta alle spalle. Quella notte gli anziani coniugi erano talmente preoccupati per la giovane da non riuscire a dormire, così il marito decise di andare a vedere come stava la ragazza. Inutilmente la moglie cercò di ricordargli la promessa fatta, ma lui non volle sentire ragioni, e silenziosamente sbirciò attraverso uno spiraglio della porta della stanza di lavoro: sorpresa! Davanti al telaio non c’era la ragazza, ma una stupenda gru bianca intenta a tessere un broccato facendo uso delle sue stesse piume! Il vecchio, incredulo, entrò nella stanza, e appena la gru lo vide, si trasformò nella ragazzina. “Avevate promesso di non spiarmi mentre lavoravo” disse “Ero veramente felice di stare qui con voi, ma ora che avete scoperto il mio segreto, sono costretta ad andarmene. Mi dispiace” e così dicendo abbandonò il telaio, corse fuori dell’uscio, si ritrasformò nella gru, spiegò le ali e volò via. Il vecchio riconobbe la povera bestia che aveva salvato tempo prima dalla trappola nella palude. Con le lacrime agli occhi, i due osservarono la gru salire verso il cielo in ampi cerchi gridandole quanto le volevano bene, e prima che sparisse alla loro vista, il vecchio le lanciò il pettine che le aveva regalato. La gru lo prese nel becco, stridette con profonda tristezza e sparì fra le nuvole illuminate dalla luce della luna.