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Friday, October 28, 2005

FIABE e LEGGENDE - Hanasaka Jiisan


C'erano una volta un nonno e una nonna che vivevano con un cane a cui volevano molto bene. Erano due persone molto gentili e oneste, ed ogni giorno lavoravano diligentemente.
Un giorno mentre il nonno stava lavorava nel suo campo come d'abitudine, il cane venne a trovarlo e riusci' a portare il nonno in un preciso luogo abbaiando e scodinzolando.

Il cane improvvisamente si fermò, guardò nonno, e disse, "Scava qui, bau bau! Scava qui, bau bau". Il nonno allora cominciò a scavare una fossa come aveva detto il cane finchè la punta della zappa toccò qualcosa di solido: proprio grazie al suo amato cane trovò un sacco di soldi d'oro lucenti. Il nonno dopo aver ringraziato e coccolato l'amato cagnolino portò i soldi a casa dalla nonna con grande gioia.
Alcuni giorni dopo la vicina venne in visita e chiese alla nonna l'origine di tutti quei soldi dato che i nonni erano sempre vissuti in povertà si stupi' molto;il nonno allora senza dimenticare nessun particolare le spiegò tutto quello che gli era successo.
La vecchia vicina tornò subito a sua casa, e avverti' suo marito. Questi due, al contrario dei 'nostri' nonni erano due persone molto avare. Il vecchio quindi disse, "Prendiamo il cane in prestito, e scaviamo dei soldi anche noi!"
Il vecchio avaro portò fuori il cane con la forza cosi' che l'animale si stancò subito,il vecchio invece pensò che volesse indicare il punto buono per scavare;

presa la pala iniziò a scavare con frenesia ma si accorse solo che sotto la terra c'era un mucchietto di letame di cavallo e buoi.
Quindi colto dall'ira uccise il cane. "Questo maledetto cane!" disse così lo sotterò sotto l'albero di pino.
I nonni preoccupati per il loro cane appresero con dolore che il loro beneamato era ormai morto infatti il vecchio avaro spiegò a loro che il cane era morto improvvisamente per malattia e lui lo aveva gentilmente sotterrato sotto ad un pino.
Subito i nonni corsero vicino alla pianta, erano molto tristi, e piansero per il cane, magicamente il pino assorbi' le loro lacrime e crebbe in altezza diventando un pino molto grande.

Il nonno decise allora in ricordo dell' amico defunto di costruire un mortaio dal pino. Giunti a casa iniziarono a pestare il 'mochi' di riso nel mortaio e ogni volta che i nonni usavano il mortaio da questo uscivano dei soldi d'oro.
La vicina venne a conoscenza anche di questo e chiese in prestito anche il mortaio nella speranza di ottenere del denaro,subito cominciò a pestare "il mochi" tuttavia nuovamente usci' del letame. Il vecchio avaro si arrabbiò, e ruppe e bruciò il mortaio.
I nonni gentili che vennero a prendere il mortaio videro solo la cenere del mortaio. Erano molto tristi, e almeno per il ricordo del cane raccolsero la cenere, e la portarono a casa.
Mentre camminavano, soffiò il vento. La cenere che aveva in mano il nonno si sollevò e arrivò sopra un albero secco. Allora l'albero fiorì improvvisamente, il nonno salì sull'albero, e sparse una manciata della cenere. Intorno al nonno tutto diventò pieno di fiori.
Questa storia giunse alle orecchie del signore del feudo.Incuriositò il signore invitò il nonno e gli chiese una dimostrazione della sua abilità, quando il nonno sparse una manciata della sua cenere magica tutti gli alberi del giardino fiorirono meravigliosamente. Il signore fu cosi' contento dei fiori che decise di dare al nonno una lauta ricompensa.
I vicini ancora una volta vennero a conoscenza dei fatti e il vecchio avaro decise di emulare il nonno, ovviamente non riusci' ad ottenere lo stesso risultato e rischiò per la sua insolenza di venire imprigionato. Il signore si arrabbiò molto e gli fece giurare di diventare una persona onesta.

Mentre i nonni gentili vissero in pace per sempre con i soldi che avevano ricevuto dal loro amico a 4 zampe.

Thursday, October 27, 2005

FILM - Tasogare Seibei (Twilight Samurai)



Titolo originale: Tasogare Seibei
Nazione: Giappone
Anno: 2002
Genere:Azione, Drammatico
Durata:129'
Regia: Yoji Yamada
Sito ufficiale:www.shochiku.co.jp/seibei
Cast: Hiroyuki Sanada, Rie Miyazawa, Nenji Kobayashi, Min Tanaka, Ren Osugi, Mitsuro Fukikoshi
Produzione:Hiroshi Fukazawa, Shigehiro Nakagawa, Ichirô Yamamoto
Distribuzione:Dolmen Home Video
Data di uscita:12 Luglio 2005 (Homevideo)
Trama:Seibei Ihuchi, dopo la morte della moglie per tubercolosi, è diviso tra i suoi doveri di samurai e gli obblighi nei confronti delle figlie e della madre anziana. L'uomo, dopo anni, incontra l'amica di gioventú Tomoe, tornata al paese dopo il divorzio da un prepotente spadaccino piú anziano di lei. Tra i due c'è una reciproca attrazione ma Saibei è riluttante a dichiararsi vista la sua disastrosa condizione economica e la sua dissestata vita famigliare. Ma durante un duello, armato di un solo bastone sconfigge Toyotaro, l'ex marito di Tomoe, e le sue doti di samurai sono rivelate. La voce si sparge e Seibei è costretto dai propri doveri feudali ad impugnare la spada per uccidere Yogo, grande guerriero e disilluso oppositore del nuovo capo clan, in uno scontro che potrebbe portarlo alla morte.

Mi è capitato di vedere recentemente questo film e mi sento di consigliarlo a tutti gli amanti dei film orientali di genere JIDAI-GEKI (drammi di 'cappa e di spada'), la genialità del film comunque sta a mio parere non solo nelle scene d'azione ma nel pathos che traspare in ogni momento e nella cura per i particolari che rivela un regista attento alla vita quotidiana fatta di semplicità e sentimenti forti.

Wednesday, October 26, 2005

HASHI


Le HASHI sono le bacchette tradizionali utilizzate dai giapponesi quotidianamente per mangiare. A differenza di quelle coreane che sono in metallo, le HASHI giapponesi sono in legno (più o meno costose per lavorazione o tipo di legno) e sono diffusissime sia nei ristoranti che nei sushi-bar.
Per maneggiarle agevolmente ci vuole un po' di allenamento e qualche semplcie regola:
-la bacchetta superiore viene tenuta tra pollice, indice e medio come una matita e viene mossa su e giù
-si aggiunge la seconda tra il dito medio e quello anulare.
Per prendere il cibo tenete ferma la bacchetta inferiore ed abbassate con il dito indice la superiore per afferrarlo.

Le cose che invece non si devono fare mai con le bacchette e che derivano da una tradizione religiosa sono:
-due persone prendono insieme una cosa con due paia di bacchette, perche' solo le ossa dei morti si tengono con due paia di bacchette.
-lasciare le bacchette inserite in mezzo ad un cibo, questo significa che il cibo e' per i morti. E' considerato una maleducazione e anche cattivo auspicio fare questi due atti tranne che nelle occasioni particolari come nei funerali.
-usare la bacchetta per puntare qualcuno
-leccare le hashi.

Quindi se non volete far inorridire i vostri amici giapponesi fate attenzione a questi accorgimenti ! ! !

Tuesday, October 25, 2005

FIABE e LEGGENDE - Kasajizo (le statuette di pietra della divinita')


C'erano una volta un nonno e una nonna che abitavano in una casetta in montagna.
Alla mattina dell'ultimo giorno dell'anno il nonno e la nonna stavano discutendo:
-"Anche se domani e' capodanno, non abbiamo nessun mochi (dolce di riso) da mangiare, neanche un chicco di riso. E non abbiamo soldi per comprarlo."
-"Facciamo dei copricapi di paglia! E io vado in citta' a venderli. Cosi' posso tornare qui dopo aver comprato mochi e pesci." si offri' il nonno.

Quando il nonno arrivo' in citta', aveva gia' iniziato a nevicare. Tanta gente camminava per la strada, il nonno comincio' a vendere i copricapi di paglia gridando "volete copricapi? Volete copricapi?"; purtroppo nessuno sembrava interessato.
Tempo dopo il nonno si rassegnò a tornare a casa senza portare mochi e pesci, ma sapendo che la nonna lo aspettava con speranza, il nonno era molto triste.

Mentre stava camminando il nonno trovo' 6 statuette di pietra della divinita', che avevano della neve sulle teste."Oh, poveri.. Fa freddo, vero?", il nonno tolse la neve sulle teste di ogni statuetta di pietra, e ci mise i copricapi di paglia, poi accorgendosi che mancava ancora un copricapo..mise il suo tenugui (fazzoletto)sulla testa dell'ultimo statuetta.

Quindi rientrò a casa, si scusò con la nonna per non aver portato i cibi e per aver lasciato tutti i copricapi sulle teste di statuette, la nonna sentendo queste parole rispose sorridendo: "non devi scusarti, hai fatto un bene. Le beate statuette di pietra della divinita potranno avere buon capodanno."

Quella notte mentre il nonno e nonna dormivano, si udi' un suono strano, come il rumore di qualcuno che stesse portando un carico pesantissimo nella neve. A quei rumori il nonno e la nonna si svegliarono e andarono a vedere che cosa era. Aperta la porta, videro tanti sacchi di paglia: del riso, mochi, pesci, verdure e soldi davanti a casa. Poi videro in lontananza delle figure di statuette con i copricapi lontane che andavano via.
Seppero cosi che gli dei erano venuti a ringraziare nonni per i copricapi.

Da allora il nonno e la nonna vissero felicemente.

Monday, October 24, 2005

KAPPA


Kappa significa letteralmente "figlio del fiume" noto come folletto d’acqua. Originario della religione shintoista , il loro comportamento più solito era quello di trascinare i bambini nell’acqua per farli poi morire annegati anche se non disdegnavano attaccare individui adulti colti di sorpresa nei pressi del lago, fiumi o stagni che abitavano. La loro pericolosità era data dalla loro incredibile forza fisica, infatti riuscivano ad avere la meglio pure con animali di grossa taglia. Il loro punto di forza (ma anche punto debole) era nella testa. Quest’ultima non poteva stare a lungo senza essere bagnata, quindi il tempo in cui un kappa veniva sulla terra ferma era comunque limitato anche se non breve. Inoltre con la testa bagnata si dice che avessero la forza di 100 uomini !!! Ma oltre a questo sono anche abili lottatori di sumo. Di Kappa ne esistono diversi tipi di razze formate ognuna con un vero e proprio rango sociale come i kahaku, gli hyotoku, i fuchizaku , i suiko, i kimujin, gli shibaten, i mintsuchikamui, gli hyoosuki, i garappa, gli shibatengu, gli hyoosue e i kenmon. Per quanto riguarda il loro aspetto fisico ci sono più versioni ma la più comune è innanzitutto che sono verdi, con una chierica sopra la testa e un grande becco. Il corpo è simile a quello di una tartaruga ed infatti hanno anche un guscio sulle spalle. Naturalmente il loro fisico adattato all’acqua possiede mani e piedi palmati. Non molto grandi fisicamente hanno anche la particolarità di mimetizzarsi benissimo con l’ambiente che li circonda, come i camaleonti. La loro “dieta” è a base di sangue, vittime annegate (sia umani che animali) e cetrioli (sembra non amino il pesce eheheh) ed usano quest’ultimi per viaggiare cavalcandoli. Il loro aspetto e la loro triste fama non deve comunque trarci in inganno. I kappa solo esseri molto intelligenti e padroni assoluti dell’arte ortopedica che loro insegnano solo a uomini che ritengono degni. Infatti ci sono stati casi in cui dei Kappa hanno pure aiutato delle persone che hanno conquistato la loro stima e amicizia.

Si pensa alla nascita dei kappa nella mitologia giapponese come risultato di genitori che inventarono questi folletti per spaventare i figli in modo che questi non si avventurassero da soli in fiumi, laghi o stagni.


Friday, October 21, 2005

FIABE e LEGGENDE - TARO URASHIMA (il pescatore)


Molto tempo fà sulle rive nel mar del Giappone viveva un pescatore di nome Urashima conosciuto da tutti per la sua grande abilità sia con la canna da pesca che con la rete. Un giorno tirando le reti sulla sua barca pescò uno stupendo esemplare di tartaruga che probabilmente gli avrebbe fatto guadagnare un bel pò di soldi in più rispetto ai soliti ricavi per la vendita di pesce comune. Il buon Taro però era d'animo sensibile e tra se e se pensò che non aveva il diritto di uccidere un animale che sarebbe vissuto almeno altri 1000 anni così liberò la sua preziosa preda. Il peso dell'animale lo stancò tanto da farlo sdraiare sul fondo della barca così poco dopo si addormentò contento per la sua buona azione mentre le onde lo cullavano. Al suo risveglio (ormai al tramonto), Taro si alzò stropicciandosi gli occhi e sbalordito vide una bellissima ragazza seduta nella sua barca. Aveva la pelle color della luna, i capelli color del sole e gli occhi color del mare. Subito il ragazzo gli domandò chi fosse e lei rispose dicendo di essere la figlia del dio del mare, che viveva nel profondo degli abissi al palazo dei draghi insieme a suo padre. La tartaruga che lui aveva risparmiato era in realtà lei stessa. Il dio del mare infatti aveva trasformato sua figlia nel rettile marino per fargli scoprire se Taro fosse d'animo buono in quanto la sua fama di pescatore era giunta sino alle loro orecchie. La ragazza gli dice che ora è sicura della sua bontà e che lui non avrebbe mai ucciso le creature del mare "gratuitamente" se non per la propria sopravvivenza, così gli annuncia felice che il padre vorrebbe che si sposassero e vivessero per 1000 anni nel palazzo dei draghi al di là del profondo mare azzurro. Urashima che amava l'avventura e si era innamorato a prima vista di quella fanciulla, non se lo fece dire due volte. Così, preso un remo ciascuno, i due giovani cominciarono a remare e il giorno dopo alle prime luci dell'alba arrivarono nel regno dove il dio del mare governava sui draghi sulle tartarughe e su tutti i pesci. Non appena Urashima vide il palazzo del dio del mare illuminato dalle prime luci del mattino gettò un grido di meraviglia. Le pareti erano di corallo, gli alberi avevano smeraldi per foglie e rubini per frutti. I pesci che guizzavano intorno avevano squame d'argento e i draghi avevano code d'oro massiccio. Neanche nelle sue fantasie più sfrenate il giovane pescatore avrebbe immaginato un luogo di così incommensurabile bellezza. In più, visto che stava per sposare la figlia del dio, tutto quello che vedeva sarebbe stato suo. La felicità era al settimo cielo. Una volta celebrato lo sfarzoso matrimonio i due sposi cominciarono la loro agiata vita in quel regno meravoglioso, passeggiando tra i giardini di pietre preziose e ricevendo ogni giorno le visite e gli omaggi delle tantissime creature del mare di cui erano sovrani. Passarono tre anni di gioia e amore reciproco ma arrivò il giorno in cui Urashima sentì fortemente la nostalgia del suo paese, della sua casa e naturalmente della sua famiglia della quale non aveva saputo più niente nonostante le continue domande fatte ai suoi sudditi. Così Taro disse alla moglie del suo desiderio di tornare a casa per vedere in che condizioni fossero i suoi cari, in quanto lui stesso con la sua pesca era stato il più grande sostentamento della sua famigla ed ora aveva paura che fossero caduti in povertà. Così promettendo ti tornare presto a palazzo si apprestò a partire. La sua sposa triste per la sua decisone sapeva però che non avrebbe potuto fermarlo, così si rassegnò e gli donò una scatola magica per ricordarsi di lei durante il suo viaggio ma gli intimò di non aprirla per nessuna ragione altrimenti Urashima non sarebbe potuto tornare più da lei. Così detto Taro prese la stessa barca con cui era venuto con la principessa la prima volta e con la scatola magica si diresse verso la riva del Giappone dove si trovava il suo paese. Quando finalmente giunge a destinazione, ossi la riva da dove era partito a pescare ben tre anni prima, quasi non riconosceva più niente dei posti dove era cresciuto e dove aveva pescato fino a pochi anni prima. Di uguali c'erano solo le montagne, il ruscello che passava vicino casa, ma gli alberi per esempio erano tutti tagliati e non c'era traccia ne della sua casa ne del villaggio. Preoccupato cominciò a seguire il torrente per trovare le donne che erano solite lavarci i panni e chiedergli quindi spiegazioni ma niente, nemmeno una all'orizzonte. Seduto a terra venne colto dalla malinconia e tristezza e cominciò a piangere pensando alla sua amata sposa quando vide venire verso di lui due uomini che non conosceva e raccolto un pò di coraggio gli andò incontro per chiedergli dove fosse ora la casa del pescatore Urashima che un tempo abitava questo luogo. A questa domanda i due sconosciuti fecero una faccia sbalordita. -La casa di Urashima ? - dissero - Ma se sono 400 anni che Urashima è annegato mentre pescava e anche i suoi parenti , nipoti, e nipoti dei nipoti sono morti da molto tempo ormai. Come potete ricordarvi di lui e chiedere della sua casa ? Sono centinaia di anni che è caduta in rovina ed adesso non restano neppure le pietre. - Taro si guardò attorno smarrito con gli occhi lucidi di pianto e pensò che il meraviglioso palazzo del dio del mare con tutte le sue magnificienze appartenevano al mondo delle fate dove un giorno aveva la durata di un anno e gli anni la durata di secoli. Capì che nulla ormai lo legava al suo paese, visto che tutti i suoi cari e gli amici erano morti e che Taro Urashima era solo una leggenda del luogo ormai. Adesso il desiderio di tornare dalla sua amata sposa era più forte che mai ma non sapeva come farvi ritorno in quanto si era dimenticato di chiederlo alla principessa. Pensieroso si ricordò della scatola magica e la rimirò a lungo pensado che probabilmente aprendola avrebbe trovato il segreto per ritornare al palazzo del dio marino. Detto fatto, Urashima aprì la scatola disobbedendo alla sua sposa. Da sotto il coperchio prezioso uscì una specie di nuvola di fumo azzurro che si involò rapida sull'oceano. Taro le gridò, gli corse appresso ma non c'era niente da fare. Con le lacrime agli occhi pensò che ormai aveva perso ogni possibilità di rivedere la sua sposa che lo aspettava nel palazzo dei draghi dove era vissuto felice per tanti anni. Mentre correva dietro alla nuvola ad un certo punto si sentì mancare le forze. Smise di correre e di gridare. Improvvisamente i suoi capelli si fecero bianchi, il suo viso si coprì di rughe profonde e la schiena gli si incurvò come quella di un vecchio decrepito. Alla fine il suo respiro si fermò e cadde riverso sulla spiaggia da dove era partito tanti anni prima verso il paese dei sogni.

In Giappone esiste un detto che rappresenta bene il rispetto proprio per la longeva tartaruga:
"TSURU WA SEN-NEN, KAME WA MAN-NEN" = La grù vive fino a 1000 anni, la tartaruga 10.000 .

Thursday, October 20, 2005

TABI


I tabi sono i tipici calzini in cotone con l'alluce separato indossati con gli zori (e non con i geta).Possono essere portati sia dall'uomo che dalla donna, i colori tipici sono il bianco, il blu scuro e il nero possono essere di cotone molto spesso e resistente oppure leggeri.
Oltre che nell' abbigliamento tradizionale sono utilizzati dai praticanti di arti marziali (karate, kendo, kenjutsu e soprattutto iaido) durante l'inverno o su pavimenti particolarmente fastidiosi per la pratica a piedi scalzi.

Wednesday, October 19, 2005

ANIME - TIGER MASK


Uomo tigre, il campione 105 episodi 1971.
Creato da Ikki Kajawara e Naoki Tsuji, Tiger Mask è un lottatore mascherato addestrato alla 'Tana delel Tigri', una crudele scuola di wrestling che fa della scorrettezza e della violenza le loro armi vincenti.
Naoto Date, vera identità del lottatore, si rifiuterà però di usare i trucchi durante i combattimenti, diventando cosi' bersaglio dei lottatori killer della scuola. Fra un incontro e l'altro Naoto si dedica ai bambini dell' orfanotrofio che lo ospitava da piccolo e al quale devolve la maggior parte dei guadagni ottenuti vincendo i vari incontri.

La bellezza di questo anime sta nel messaggio che l'autore vuole trasmettere e cioè che vincere in modo scorretto non paga, inoltro trovo che la violenza degli incontri sia molto mitigata dal clima sereno che Naoto vive con i bambini quindi alla fine risulta essere nel complesso un anime molto ben equilibrato. Se non ricordo male questo personaggio aveva poi ispirato realmente un lottatore di wrestling che usava lo stesso costume con la maschera della tigre .


Tuesday, October 18, 2005

TANPOPO



Ci ho messo un po' a capire che quello che i giapponesi chiamano TANPOPO non è nient'altro che il nostro comune fiore 'dente di leone' che troviamo nei prati .
E' una pianta perenne. Ha una radice lunga anche fino a 15 centimetri, i gambi delle foglie sono corti ed interamente sotterranei, e producono una rosetta di foglie sulla superficie del suolo. Fiorisce dalla primavera fino all'autunno, i capolini dei fiori sono solitari e posti all'estermità dei gambi florali senza foglie e cavi; ogni capolino può contenere dai 100 ai 400 fiori di colore giallo. I gambi possono raggiungere un'altezza di 50 cm. e contengono un succo bianco. I semi sono sovrastati da un "paracadute" di setole (pappo) che favorisce il processo di disseminazione.


Monday, October 17, 2005

FIABE e LEGGENDE - LA GRATITUDINE DELLA GRU



C’era una volta un’anziana coppia che viveva serenamente in una capanna in mezzo ai boschi; la vita dei due scorreva placida, anche se a volte la solitudine si faceva sentire, dato che non avevano figli. Un giorno, mentre il marito stava raccogliendo legna per il fuoco, sentì un disperato lamento provenire dalla palude vicino al luogo in cui si trovava. Incuriosito, il vecchio si diresse in quella direzione, dove vide una stupenda gru bianca con una zampa bloccata nella trappola di un cacciatore. Il buon uomo non esitò un attimo, ed entrando nella fredda fanghiglia, raggiunse la povera bestia e la liberò; questa si alzò in volo verso il cielo che già preannunciava la neve, volteggiò un po’ sopra il suo salvatore emettendo grida di gratitudine, e poi se n’andò. Quella sera, davanti al focolare, l’uomo raccontò a sua moglie quanto gli era accaduto quel giorno e, mentre stavano ormai per accingersi ad andare a dormire, qualcuno bussò alla porta. Il vecchio andò ad aprire chiedendosi chi mai poteva trovarsi di notte in mezzo al bosco e sotto la neve, e la risposta fu sorprendente: si trovò infatti davanti una ragazzina dai modi gentili che chiedeva ospitalità per la notte, in quanto si era persa. La moglie si affrettò a farla entrare al caldo per asciugarsi e mangiare qualcosa, e preoccupata le chiese cosa mai ci facesse una ragazzina in mezzo al bosco tutta sola. Lei dichiarò di essere in viaggio senza una meta, e il vecchio pensò fra sé e sé che doveva esserle capitata qualche sciagura; così, senza indagare troppo per non essere scortesi, gli anziani coniugi chiesero alla ragazza di restare per far loro compagnia. Lei accettò con entusiasmo, ringraziò, e tutti andarono a dormire sereni. Il giorno dopo, prima del sorgere del sole, la ragazzina si alzò e si diresse in cucina per preparare la colazione ai suoi ospiti, ma trovò la dispensa completamente vuota. L’unica cosa a portata di mano era una cesta piena di spole di filo; lei le prese e si chiuse nella stanza da lavoro vicino alla cucina. Quando i due vecchietti si svegliarono sentirono provenire da quella direzione un rumore di telaio in azione; non vedendo la loro ospite nel suo letto si chiesero cosa stesse facendo, e la risposta non si fece attendere: la ragazza uscì dalla stanza con un rotolo di broccato dai colori bellissimi e rappresentante una gru nell’atto di spiccare il volo. I due rimasero stupiti, e ringraziarono più volte la giovane quando questa lo regalò loro perché lo vendessero, in modo da guadagnare un po’ di denaro per acquistare viveri per l’inverno. Il giorno stesso l’uomo si recò in paese e vendette il tessuto per un ottimo prezzo; con il ricavato, poi, acquistò vivande per tutti e tre e un bel pettine per la ragazza. Quella sera la capanna dei due anziani coniugi irradiava allegria, e quando fu ora di andare a dormire, la ragazza dichiarò che sarebbe rimasta sveglia per tessere qualche abito. I due si opposero, dicendo che era assolutamente necessario che lei si riposasse, ma la giovane insistette, ponendo in più una condizione: nessuno avrebbe dovuto andare a guardarla mentre lavorava. Un po’ sconcertati, i vecchi accettarono la condizione e andarono a dormire. Da quella volta, ogni mattina la ragazza ebbe pronto un rotolo di broccato che il vecchio vendeva in paese, ottenendo il denaro necessario a comprare le scorte per l’inverno. La cosa continuò per settimane, e più passava il tempo, più la ragazza sembrava indebolirsi, diventare pallida e dimagrire. Era come se fosse costantemente sul punto di svenire e, quando una sera si rifiutò di toccare cibo, i vecchi protestarono ed esortarono la ragazza a riposarsi di più. Per tutta risposta, lei chiese che le fosse permesso di preparare un ultimo rotolo di broccato, e si diresse nella sua stanza di lavoro barcollando e chiudendosi la porta alle spalle. Quella notte gli anziani coniugi erano talmente preoccupati per la giovane da non riuscire a dormire, così il marito decise di andare a vedere come stava la ragazza. Inutilmente la moglie cercò di ricordargli la promessa fatta, ma lui non volle sentire ragioni, e silenziosamente sbirciò attraverso uno spiraglio della porta della stanza di lavoro: sorpresa! Davanti al telaio non c’era la ragazza, ma una stupenda gru bianca intenta a tessere un broccato facendo uso delle sue stesse piume! Il vecchio, incredulo, entrò nella stanza, e appena la gru lo vide, si trasformò nella ragazzina. “Avevate promesso di non spiarmi mentre lavoravo” disse “Ero veramente felice di stare qui con voi, ma ora che avete scoperto il mio segreto, sono costretta ad andarmene. Mi dispiace” e così dicendo abbandonò il telaio, corse fuori dell’uscio, si ritrasformò nella gru, spiegò le ali e volò via. Il vecchio riconobbe la povera bestia che aveva salvato tempo prima dalla trappola nella palude. Con le lacrime agli occhi, i due osservarono la gru salire verso il cielo in ampi cerchi gridandole quanto le volevano bene, e prima che sparisse alla loro vista, il vecchio le lanciò il pettine che le aveva regalato. La gru lo prese nel becco, stridette con profonda tristezza e sparì fra le nuvole illuminate dalla luce della luna.

Friday, October 14, 2005

KINMOKUSEI


Il KINMOKUSEI è un fiore autunnale formato da piccoli 'grappoli' di fiori color oro-arancio dal profumo molto caratteristico.

Kinmokusei è il nome comune per l' Aurantiacus Osmanthus , appartiene alla specie degli olivi ed i suoi fiori hanno un intenso aroma molto apprezzato dai giapponesi nel periodo autunnale.

La pianta Osmanthus è originaria della Cina e Giappone e si presenta come un piccolo arbusto. Di forma tondeggiante adatto ad esser coltivato in vaso, a foglie ovali appuntite, coriacee e dentellate. I fiori sono di colore bianco crema, molto profumati, fioriscono in luglio - agosto. La varietà Aurantiacus ha fiori arancioni che vengono usati per profumare il te verde.

Thursday, October 13, 2005

ANIME - SASUKE


Sasuke il piccolo ninja, è una serie composta da una trentina di episodi datati 1969, ma giunti in Italia alcuni anni dopo.
Sasuke, con l'aiuto del padre, apprende le tecniche ninja per difendere gli oppressori nel Giappone feudale, dai signori del luogo. Il ragazzo si trova cosi' costretto a combattere contro fortissimi guerrieri incredibilmente abili nell' uso della katana, degli shuriken, del nunchaku e altre potenti armi. La serie si ispira al manga di Sanpei Shirato, che a sua volta si era basato sul romanzo di Kazuo Den. La sceneggiatura è di Junzo Tashiro.

Wednesday, October 12, 2005

YAKITORI




Gli YAKITORY sono un piatto tipico giapponese costituito da saporitissimi spiedini di pollo cotti alla brace con una salsa speciale.

Ecco di seguito una delle ricette per chi volesse sperimentare :

Dosi per 6 persone:
750 gr. di cosce disossate di pollo
500 gr. di fegatini di pollo
6 porri novelli o cipollotti
sale

Salsa yakitori:
1.5 dl. di sake
1.5 dl. di salsa di soia scura
5 dl. di salsa di soia chiara
5 dl. di mirin o di sherry
6 cucchiai di zucchero
sansho o pepe bianco

Tempo occorrente 1 ora e 10 minuti.

Spellare il pollo e tagliarlo in lunghe strisce sottili, oppure cubetti; dividere a metà i fegatini e scartare tessuti e tendini; pulire i cippolotti e tagliarli a tocchetti di 2.5 cm, tagliare i fegatini a pezzetti; infilare i tocchetti di pollo su spiedini, alternandoli con pezzi di cipollotti, posizionati trasversalmente. Infilare i fegati su altri spiedini. Mescolare in una pentola tutti gli ingredienti per la salsa yakitori, tranne il sansho, portare ad ebollizione e togliere subito dal fuoco. Lasciar raffreddare prima dell'uso. Spennellare con la salsa yakitori e rimettere sul fuoco, termirare la cottura irrorando con la salsa. Grigliare gli spiedini sulla brace, girando spesso, finchè sono a metà cottura.
E poi....BUON APPETITO ;) anzi ITADACHIMASU ! (pronuncia senza la U finale: itadakimasss)

Tuesday, October 11, 2005

SENBEI


I SENBEI sono biscotti salati a base di farina di riso . Molto saporiti e gustosi possono essere di varie forme, spesso anche avvolti con alga nori.
L'impasto viene tagliato in forme circolari o rettangolari di 6-8 cm, può essere aggiunta salsa di soia o semi di sesamo.
Anche questo cibo tradizionale ha radici antichissime (periodo Edo 1603-1867) e comprende differenti tipi.

Monday, October 10, 2005

ANIME - OGON BAT


Si tratta di un anime di fantascienza (in Italia, conosciuto con il nome di FANTAMAN), molti ricorderanno l'inquietante protagonista : un personaggio con la maschera di teschio.
Una bambina, Mary, decifrando un'antica iscrizione, scopre che Ogon Bat, il principe di Atlantide dalla maschera di teschio, si può risvegliare da un sonno secolare se qualcuno gli verserà sul petto alcune gocce d'acqua. Ogon Bat risorge dal sonno e salva i terrestri dagli attacchi del malvagio Dottor Zero. Questo è quanto avviene nella serie diretta da Noboru Ishiguro, che vede la partecipazione di Nobuhide Morikawa in veste di character designer.
La curiosità di questo anime è appunto che il personaggio principale, appare come un mostro, quindi niente eroi bellissimi secondo lo stile occidentale ma un personaggio con una tuta gialla e una maschera di teschio.

Thursday, October 06, 2005

ANIME - RIBBON NO KISHI


Chi non conosce la famosa 'La Principessa Zaffiro' ? Celebre anime di Osamu Tezuka approdato in Italia nei primi anni 80 (ma in Giappone apparso nel 1967) è la storia di una principessa abile nell'uso della spada che si finge uomo per salire al trono. Sapphire, la protagonista entra a far parte della folta schiera di eroi tutti al femminile dimostrando quanto poco importi il sesso di nascita e come le donne possano agire al pari degli uomini.
La principessa della storia al momento della nascita riceve due cuori di sesso opposto; dovendo celare la propria femminilità sotto vesti maschili è costretta a destreggiarsi fra duelli ed intrighi di corte.

Wednesday, October 05, 2005

BENTO

Il BENTO è il pranzo tipico tradizionale giapponese da consumare fuori casa, si tratta di riso,pesce o carne e verdure crude o cotte come contorno.
I contenitori cosi' come la disposizione del cibo riflette il gusto della ricerca del bello (anche nel cibo) tipicamente giapponese, possiamo trovare contenitori per il bento con personaggi degli anime per i bambini oppure fatti a mano in legno laccato (molto costosi) .
Anche se il bento è disponibile in tutti i supermercati, ai giapponesi è molto gradito prepararlo personalmente per i propri cari, ed è considerata una espressione di amore preparare un bel bento ad esempio tra fidanzati o tra moglie e marito.
Le origini di questo piatto sono antichissime e risalgono al periodo KAMAKURA (1185-1333), quando ha avuto origine il riso 'precotto' chiamato HOSHI-II che può essere consumato direttamente o bollito ulteriormente in acqua . Il bento viene consumato spesso anche durante il periodo della fioritura dei ciliegi quando i giapponesi si trovano sotto gli alberi fioriti per pranzare o alla cerimonia del te'.
Oggi sono comparsi anche bento occidentali con panini o tramezzini o da riscaldare al microonde.
Il Bento è costituito da 4 parti di riso, 3 parti di portata principale (carne o pesce), 2 parti di verdura e 1 di dessert.
Alcune precauzioni da ricordare quando si prepara il bento sono che i cibi dovrebbero essere cotti bene e conservati in un luogo fresco e asciutto, se nel bento e' presente anche del sushi questo dovrebbe essere preparato con piu' salsa wasabi.
Ecco di seguito qualche tipo di bento:
- Chūka bentō con cibo cinese
- Kamameshi bentō venduti alle stazioni dei treni.
- Makuno-uchi bentō il bento nel classico stile.
- Noriben il più semplice bento con salsa di soia che ricopre il riso bollito.
- Sake bentō con il salmone alla griglia .
- Shidashi bentō fatto dai ristoranti e consegnati a pranzo.
- Sushizume con sushi.

Tuesday, October 04, 2005

ANIME - JUNGLE TAITEI


Creato contemporaneamente ad ATOM (l'autore è sempre Osamu Tezuka) vanta una serie televisiva e un film entrambi del 1967.
La serie narra le avventure di Leo, cucciolo di leone albino, costretto a divenire prematuramente re della jungla a causa della morte del padre Panja.
Giunto in Italia con il nome KIMBA IL LEONE BIANCO, vanta subito successo tra il pubblico dei giovani e grazie all' attenta sceneggiatura e alla simpatia del protagonista Leo, vale all'autore un riconoscimento molto ambito alla 19° Mostra del Cinema per ragazzi a Venezia: il leone di San Marco.
Forse questo e' un anime meno conosciuto di altri tuttavia mi e' sembrato simpatico ricordare il leone con le grandi orecchie bianche che sicuramente molti ricordano per il coraggio con cui affrontava le sfide quotidiane ma anche la goffaggine dovuta alla giovanissima eta', nella serie TV infatti si alternavano episodi estremamente divertenti ed altri a tinte piu' drammatiche.


Monday, October 03, 2005

FIABE e LEGGENDE - LA DONNA DELLE NEVI (YUKI)



Molto tempo fa, in una fredda regione del Giappone del nord, vivevano un taglialegna e suo figlio, Mosaku e Minokichi. Un giorno, usciti per andare a caccia, furono sorpresi da una tormenta di neve e si persero; fortunatamente trovarono riparo in una capanna di legno abbandonata e poterono trascorrere la notte all’asciutto. Così i due ebbero modo di parlarsi con tranquillità come non avevano fatto da molto tempo, e il vecchio Mosaku cercò di esporre al figlio alcune sue preoccupazioni: “Credo, figliolo” gli disse “ che sia giunto per te il momento di prendere moglie. Io inizio a sentire il peso della vecchiaia, e tu hai bisogno di farti una famiglia per non restare solo…” I due si addormentarono poi accanto al fuoco; mentre Minokichi pensava ancora alle parole del padre, una raffica di vento più forte delle altre fece spalancare la porta della capanna. In un turbinio di neve apparve sulla soglia una donna dalla pelle candida e dai lunghi capelli neri, con indosso unicamente una leggerissima veste bianca. Quasi aleggiando sul pavimento di legno della capanna, si diresse verso il vecchio Mosaku, mentre Minokichi non riusciva a muovere un dito dallo stupore. La donna soffiò una brezza gelida sul padre, poi si volse verso il giovane, e sorridendogli disse: “La giovinezza è meravigliosa. Ti lascerò vivere, ma ricorda: se racconterai a qualcuno quanto è avvenuto questa notte, ucciderò anche te.” Detto questo, la donna svanì com’era apparsa, e Minokichi perse conoscenza. Il giovane non capì se era accaduto tutto per davvero o se si fosse trattato solo di un sogno, ma il mattino dopo, quando si risvegliò, ebbe la triste sorpresa di trovare accanto a sé il padre privo di vita. Al funerale in tanti cercarono di consolarlo, e molti dissero che la bufera era stata fra le più violente che si ricordassero a memoria d’uomo. Minokichi, pur provando un’immensa tristezza per la morte del padre, non fece parola con nessuno della misteriosa dama in bianco. Esattamente un anno dopo, durante un giorno di pioggia, Minokichi intravide dalla finestra una donna che si riparava sotto il portichetto di casa sua. La invitò all’interno ad attendere la fine del maltempo, e così la conobbe: disse di chiamarsi Yuki e di essere in viaggio per la capitale. Minokichi si offrì di aiutarla in qualsiasi modo, parlarono a lungo e bevvero tè. Ancora prima di capirlo, i due si erano già innamorati. Inutile dire che Yuki non ripartì più per il suo viaggio e rimase con Minokichi. I due si sposarono, ebbero cinque figli, e vissero per lungo tempo felicemente e senza problemi. L’unico fatto che preoccupava il marito era la salute cagionevole di Yuki, che sembrava essere ancora più delicata nelle giornate calde e in estate; fortunatamente, le brezze serali erano sufficienti a donarle sollievo e serenità. Una sera, mentre Yuki era occupata a cucire, Minokichi osservò attentamente la moglie, e costatando ancora una volta quanto fosse bella, gli sembrò di notare una certa somiglianza con la dama delle nevi, anzi… era proprio identica! Minokichi, dopo molte congetture, decise di dirlo a Yuki, e le raccontò per filo e per segno lo strano sogno fatto anni prima, la notte della morte del padre. “Era proprio necessario raccontarlo a qualcuno?” le chiese Yuki smettendo d’un tratto di cucire e voltandosi verso di lui “Non dovevi dirlo a nessuno: perché l’hai fatto?” disse alzandosi e dirigendosi verso la porta mentre il suo kimono sfumava fino a diventare bianco come la neve. Piangendo, la donna delle nevi si allontanò in un gelido mulinello d’aria da Minokichi per non essere costretta ad uccidere l’unico uomo che l’aveva amata, ma che aveva anche rotto la promessa. Da allora Minokichi non rivide mai più sua moglie, e la gente di quei posti narra tutt’oggi che, nelle gelide notti invernali, colei che loro chiamano Donna delle Nevi vaga sola e disperata tra i monti, alla ricerca di un uomo che possa amarla e, contemporaneamente, mantenere il segreto della sua vera identità.