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Monday, December 19, 2011

PROVERBIO GIAPPONESE


Ci sono momenti nella vita di ognuno di noi in cui tutto sembra accanirsi contro, in cui sembra di remare faticosamente senza muoversi mai, come se stessimo viaggiando nel legno, nella pietra...

In Giappone esiste un detto: “ICHI NO UE NI SAN REN”, che tradotto significa : “Tre anni su una roccia”.

Vuol dire che bisogna perseverare.

Il modo invece non viene specificato...bisogna perseverare e basta forse senza guardarsi indietro, senza farsi domande, senza pensare...

Monday, November 28, 2011

FILM - CONFUCIO



Titolo originale: Confucius
Titolo Italiano: Confucio
Regia: Mei Hu
Genere: Biografico, Documentario
Durata: 120 minuti
Paese: Cina
Anno: 2010
Cast: Chow Yun-Fat, Yi Lu, Jianbin Chen, Quan Ren, Huang Jiao, Ban Wang, Xun Zhou, Lu Yao, Kaili Zhang

Ieri sera ho visto questo gradevole DVD sulla vita del grande saggio, il film a mio avviso ottimamente realizzato nella prima parte (brioso, vivace e interessante) scade un po' dalla metà in poi lasciando passaggi poco chiari e personaggi in sospeso, merita comunque nel complesso, per gli appassionati del genere, una visione.

Vi posto la trama :

Nel VI secolo a.C., l’antica dinastia Zhou era pericolante. A corte, i signori feudali progettavano e litigavano su ciò che rimaneva dell’Impero, con la speranza di riunire il regno sotto la loro bandiera. Era un periodo di forza, splendore e gloria per la Cina. Era un tempo di guerra, di eroi, di nuove idee, di nuove opere… Era il cosiddetto “periodo della Primavera e dell’Autunno” in Cina.
Il nome formale di Confucio è Kong Qiu, il nome di cortesia è invece Zhong Ni. Nacque in una delle aristocrazie in declino, nello stato di Lu. Guardava angosciato il mondo caotico intorno a lui, sperando di poter cambiare il disastroso corso storico del periodo della Primavera e dell’Autunno e degli Stati Combattenti. Ma, come per altri saggi dell’epoca, il tempo di Confucio doveva ancora venire. Ha lavorato con dignità, coraggio e ambizione come funzionario del regime di Lu, ma vide i suoi sogni e il suo futuro nella conduzione di una vita quotidiana fatta di principi. Per 14 anni ha attraversato i regni, condividendo la sua saggezza. Fu assediato da eserciti itineranti, attirato in bollenti intrighi politici, incompreso più e più volte dal mondo degli uomini … e alla fine è tornato nella sua casa di Lu, cercando l’unico rifugio in cui poteva insegnare ai suoi discepoli e finire i suoi scritti in pace. Morì deluso di questo mondo, i suoi sacrifici e la passione per un mondo migliore non riconosciuti. Ma, dopo che il mondo ha saputo che era morto, l’ha riconosciuto come il “Modello Saggio dell’età della Miriade”. Dopo la sua morte, le parole e i pensieri che ci ha lasciato sono stati ricordati e sono diventati un’importante radice spirituale di quel popolo che oggi conosciamo come i cinesi. Questa è la storia di un uomo che è diventato il più grande saggio e insegnante nella storia.


Wednesday, November 23, 2011

Musha shugyō 武者修行



Con questo termine, si indica la pratica dell' allenamento errante a cui ronin e samurai (che in questo caso venivano chiamati shugyōsha ) si sottoponevano in cerca di avversari valorosi per accrescere la proprio fama o anche solo semplicemente allenandosi presso altri Dojo per apprendere nuove tecniche o trovare dei Daymio da servire.

Questo concetto lascia ben intendere il pensiero insito nelle arti marziali della necessità costante di un confronto per la crescita, e mentre oggi vediamo una chiusura ad attività esterne di allenamenti con altri praticanti all'epoca questa era una vero e proprio bisogno.

Non credete ai 'maestri' che vi vogliono cristallizzati dentro a dojo, associazioni, club, per timore che la fuori ci sia qualcosa di meglio, il vero Maestro spinge l'allievo al confronto, gli da magari dei consigli su cosa potrebbe incontrare ma è certo che l'allievo tornerà da lui per il rapporto padre/figlio che si è istaurato.

Wednesday, November 09, 2011

KENSEI 剣聖



Parliamo spesso del termine sensei inteso come maestro, padre (l’equivalente di sifu per le arti cinesi) che il più delle volte nell’epoca attuale indica semplicemente colui che è un passo più avanti di noi nella pratica.

Anticamente in Giappone il sensei era una persona con una spiccata personalità dotato di grande carisma e in alcuni casi era addirittura fondatore della scuola, del ryu, in questo caso ho trovato un termine meno noto ma che viene riportato in alcuni libri di testo : kensei, la parola è costituita da 2 ideogrammi differenti ‘spada’ e ‘santo’.

Qui l’ideogramma di spada può essere inteso anche come ‘pugno’ 拳聖 e in tal caso il termine diventa ‘pugno sacro’ ed è riferito come onorificenza ai più grandi Maestri di Karate dell’ isola di Okinawa tra cui Higaonna Kanryo e uno dei suoi studenti Chojun Miyagi (fondatore dello stile Goju-ryu di karate).

Per quel che riguarda la spada è stato riconosciuto come kensei il famoso spadaccino Miyamoto Musashi.

Resta comunque chiaro che il kensei era una persona dalle leggendarie abilità come spadaccino o guerriero in generale, ma soprattutto il termine era riferito a persone dotate di grandissime doti morali, delle specie di patriarchi, e ricorrono molto spesso in racconti e storie legate alla filosofia Zen come persone molto sagge che evitavano inutili spargimenti di sangue.

Credo che un po’ per lo stile di vita in cui viviamo, un po’ per le ore dedicate effettivamente alla pratica anche da parte dei più assidui e un po’ per la mancanza di doti morali cosi’ elevate il termine kensei attualmente non possa essere riferito a nessuna persona, forse siamo in un’epoca senza ‘santi’….oppure si nascondono molto bene eheheh chi lo sa

Tuesday, November 08, 2011

HAIKU


kami haete
yogan aoshi
satsuki ame

(Basho)

stagione delle piogge:
i miei capelli di nuovo
intorno al pallido viso


Oggi cari amici vi dono un haiku di un grande poeta, per aiutarci a non perdere la poesia nella quotidianità, poche parole per riportare l'attenzione su noi stessi, per non lasciarci travolgere dalla routine quotidiana e per non smettere di apprezzare ogni singolo istante di questa vita cosi' difficile alle volte.

Thursday, November 03, 2011

LIBRI - RACCONTI DEI SAGGI SAMURAI



Che tempi burrascosi !
Si rischia di annerirsi l'animo a contatto con tante brutture, in questi periodi meglio investire in qualcosa che faccia da "balsamo", ho fatto un giro in libreria e mi sono imbattuto in un'altro libro della serie 'racconti dei saggi', di questa collana avevo già acquistato quello dei saggi taoisti e quello dei saggi giapponesi, bellissimi entrambi !

Cosi' mi sono fatto tentare da questo, la grafica è veramente bella e il contenuto mi pare estremamente interessante, ve lo consiglio.

Intanto lascio qualche informazione e una breve sinossi dell'opera.

Racconti dei saggi samurai
Pascal Fauliot


238 pagine
32 illustrazioni a colori
9,5 x 17,5 cm
rilegato in tela con illustrazione incisa
€ 15,00
Attingendo alla tradizione orale, nonché a fonti scritte finora inesplorate, Pascal Fauliot ci propone un’antologia favolosa delle gesta dei samurai, un’élite di gentiluomini che non erano solo guerrieri, ma anche spesso maestri zen e fini letterati. Mettendo in scena i grandi principi delle arti marziali, della strategia, del codice d’onore, della pratica zen, questi racconti dell’età dell’oro dei samurai ci danno lezioni di vita piene di umanesimo e poesia. Ronin, maestri d’armi o fieri daimyo si confrontano con i grandi condottieri della storia del Giappone che furono Oda Nobunaga e Tokugawa Ieyasu.

Monday, October 17, 2011

PROVERBIO CINESE



Mi sono imbattuto casualmente in questo proverbio cinese che ben ricalca la mia situazione attuale:

Bai hei fen ming - lett. [bianco nero dividere chiaro] per dire che si vede nettamente che cosa è bene e che cosa è male, chi ha ragione e chi ha torto...

Nei periodi molto duri della vita possiamo acquisire la consapevolezza e la lucidità di giudizio, possiamo toccare con mano gli abissi e la grettezza dell' animo umano senza nemmeno turbarci più di tanto, ormai non restiamo impreparati o stupiti davanti a ciò ma soprattutto abbiamo imparato quali sono le parole vere dalle false anche se spesso queste ultime possono sembrare allettanti.

Questo essere più vicini alla verità forse è un passo nel Do o Dao...

Monday, October 03, 2011

NEKO TV



Probabilmente alcuni di voi già lo sapranno, comunque vorrei segnalare la recente apertura di questo nuovo canale televisivo sul digitale terrestre.

Si tratta di neko TV e come potete immaginare dal nome è un canale televisivo che si occupa di anime, musica, cosplay e varie dal nostro amato Giappone.

Attualmente in programmazione ho trovato 'Il piccolo guerriero' alias Ninja Sasuke, ma presto ci saranno altri classici, si trovano un po' di info anche in rete e questo è il loro sito in costruzione: NEKOTV

Tuesday, September 20, 2011

IL SUTRA DELLA VITA (QUOTIDIANA)



In qesti momento cosi' difficili la pratica sta facendo il suo buon lavoro, dopo anni di allenamento ecco che posso trarre giovamento dalle ore trascorse nei vari Dojo.

Durante una di queste sessioni di allenamento un amico ha indicato una verità importante che vorrei condividere con voi e che riguarda la recitazione dei sutra..

Non so se vi sia mai capitato di assistere o partecipare o anche solo vedere in un film la recitazione di un sutra, ad un certo punto noterete che il ritmo è scandito in modo sempre più accelerato, in un crescendo quasi ossessivo.
Al di là della cerimonia religiosa, del rituale in se stesso ciò che simboleggia questo cambio di ritmo è in realtà il cambio di ritmo con cui viviamo la nostra vita, magari senza accorgercene, da bambini sembra che tutto scorra lentamente, il tempo non passa ed è magari scandito solo dal trascorrere degli anni scolastici...poi man mano che si cresce il ritmo aumenta, gli oneri anche, fino a che ci ritroviamo da adulti ad essere schiacciati da un ritmo pressante dove non possiamo fare altro che correre, rincorrere le cose e in questa corsa ad ogni passo perdiamo qualcosa di noi, la gioia delle cose semplici, il tempo di un sorriso, la gentilezza e diventiamo sempre più rigidi.

Per chi pratica l'arte marziale (ovviamente senza fini agonistici o rincorrendo glorie e onori) la consapevolezza può essere d'aiuto, e se aggiungiamo alla consapevolezza la verità del gesto quando facciamo un kata con un compagno ecco che ci abitueremo a fare un lavoro e uno studio sull'intenzione che ci farà crescere notevolmente nella pratica e nella vita di tutti i giorni, ci permetterà di guardare il cambio di ritmo e di non lasciarci schiacciare dall' ingranaggio della vita.

Ecco perchè non ha senso cercare di 'fregare' il compagno facendo delle finte, cercando di correre o ricercando degli escamotage per sorprendere, la cosa migliore da fare per migliorare e per permettere all' altro di studiare è portare la tecnica con assoluta sincerità.

Tuesday, September 06, 2011

COMBATTERE



Combattere, cosa significa questa parola?
Per noi marzialisti spesso è una sorta di illusione, pensiamo di saper combattere perchè abbiamo un alto grado, qualche riconoscimento, riusciamo a mettere energia in un kata o nella migliore delle ipotesi ce la caviamo con lo sparring...
E allora ci sentiamo di essere dei 'Fighter' come si usa dire adesso nel gergo..

Poi arriva la vita, l'unico avversario in grado di metterti alla prova sul serio, arriva una malattia grave o più semplicemente (il mio caso) arrivano 75 giorni di attesa prima di una raccomandata con ricevuta di ritorno che comunicherà che siete stati licenziati per un non ben precisato stato di crisi o ridimensionamento aziendale.

In 24 ore, tempo necessario per renderti conto di cosa sta accadendo senti tutte le tue certezze crollare, come un pavimento che si sbriciola sotto ai tuoi piedi...vedi i tuoi progetti che avevi pianificato da tempo dissolversi come una bolla di sapone che sfuma i colori iridescenti e sparisce di botto...poi arriva la fase della consapevolezza, del sentire te stesso e del guardarti con occhi nuovi, disillusi, è come se improvvisamente fossi maturato di 10 anni.

Credo che se riuscirò a fare tesoro di questa esperienza la mia pratica ne gioverà parecchio, dobbiamo sempre tenere a mente che non esistono certezze e nella vita c'è insito il cambiamento, a noi spetta allenarci per cambiare forma come l'acqua che si adatta ad un recipiente.

Friday, August 05, 2011

IL MAESTRO CATTIVO e IL CATTIVO MAESTRO


Mi ripeterò, ma noi occidentali abbiamo un' idea profondamente deformata della figura del maestro di arti marziali e questo rappresenta un pericolo vero e proprio che parte dal mal riporre la nostra fiducia e nel perdere il denaro, e arriva a subire violenze psicologiche o fisiche (come spesso capita tristemente di leggere nelle notizie di cronaca quotidiana) per il carisma che molto spesso possiedono queste persone.

Oppure in realtà semplicemente perchè noi glielo permettiamo e nulla di più, mi è capitato di sentire discorsi fra praticanti donne che tolleravano attenzioni fuori luogo nei loro confronti perchè 'ma si tanto dai lui è il maestro' oppure ancora istruttori (perchè questo è il termine più opportuno) che pur essendo persone piene di problemi si ergono al rango di maestri di vita che si permettono quindi di consigliare gli allievi su questioni personali al di fuori della pratica.

Attenzione, veramente attenzione perchè questo è un gioco che può portare a conseguenze gravi, se io do un consiglio inadeguato ad un allievo poi sarò il responsabile della sciocchezza che gli ho fatto fare, il vero Maestro è quello che conosce la Via, la sta percorrendo e la indica al suo allievo in base alle possibilità che questi ha, non esistono ricatti, forzature, tutto questo è contrario ai principi stessi di armonia delle arti marziali.

Chi insegna si attenga a mostrare la Via con il proprio esempio,le proprie azioni e in tal caso gli allievi non tarderanno a seguirlo, un buon Maestro è degno di rispetto perchè per primo rispetta gli allievi, li può spingere fino al loro limite durante la pratica per addestrare il corpo e la mente ma la coercizione, è un altro discorso.

Da allievi quindi facciamo sempre funzionare il cervello anche durante la pratica !

Wednesday, August 03, 2011

LA POLITICA NELLE ARTI MARZIALI


..e oggi siccome mi sento la mente lucida e serena voglio affrontare un argomento decisamente spinoso: cosa ne pensate della 'politica' nelle arti marziali?

mi spiego meglio, nel panorama italiano per quel che ho potuto notare attorno alla pratica, che dovrebbe essere un qualcosa di esclusivametne benefico per il fisico (e di conseguenza portare energia e positività nella mente), fioriscono contrasti interni, si covano rancori, malesseri che non fanno bene non solo a chi li riceve soprattutto direi nuociono gravemente a chi li architetta e a chi deve assistere a questi penosi spettacolini e la conseguenza finale è che la stessa pratica marziale viene screditata.

ho avuto modo di recente di fare 4 chiacchiare con un collega ex praticante assiduo di Shaolin e oggi appassionato di tennis, la motivazione è sempre la medesima: cocente delusione e diciamocelo francamente pazienza terminata. alla fine è un po' come se ci crollasse un mito tanto allenamento, tanto impegno, tante belle parole per raggiungere il non attaccamento alle cose ... e poi la miseria umana davanti ai nostri occhi.

forse anche questo fa parte della pratica, rendersi conto che in nessun ambiente siamo esonerati dalle delusioni, che molto spesso chi riveste ruoli di "punta" non è un illuminato, anzi forse se è li è proprio grazie alla sua competitività, al suo ego al suo modo di pensare macchiavellico 'il fine giustifica i mezzi' (ecco un altro punto di vista, che ben si discosta all'idea che noi occidentali ci siamo fatti del Maestro)...

penso si debba tornare alla semplicità, lasciando che i rumori di quanto accade attorno siano echi sempre più distanti.

a chi si accosta per le prime volte alle arti marziali consiglio di non lasciarsi trascinare in dispute e diatribe ma di portare sempre la pace, e consiglio di guardare il Maestro, non tanto le abilità o le tecniche che possono impressionare, ma semplicemente come vive, quale è la sua qualità della vita, se irradia gioia di vivere, simpatia, positività, se è circondato da amici e se il clima di pratica è disteso, altrimenti non esitate a cambiare

a chi pratica da molti anni consiglio (e mi dico) di non disperdere energie, di tenere il centro, di conservare la voglia di imparare guardando con gli occhi di un bambino e lasciare glorie e "allori" a quanti li ricercano, magari non diverremo mai numeri 1 ma meglio essere un 999 e trarre benefici in termini di salute e migliorare la vita che esser un 1 tutto solo soletto lassù in cima...

ricordiamo che contano più le azioni che le parole, sono quelle a cui dobbiamo dar peso, Bruce Lee rese molto bene questo concetto racchiuso in questa frase che voglio citare:

"Verrai giudicato in base alle tue azioni. Se farai un asino di te stesso, ci sarà sempre qualcuno pronto a cavalcarti.
L'esibizionismo rappresenta l'idea di gloria dello sciocco"

Thursday, July 28, 2011

LIBRI - La nobile arte dell'insulto di Liang Shiqiu



Di ritorno dalla breve vacanza immerso nella natura mi sono ritrovato catapultato nella jungla cittadina che mi è sembrata ancora più ostile: un mondo fatto di prevaricazione, scarsa educazione e ansie distribuite gratuitamente contro tutto e tutti, quale miglior medicina per l’anima oltre alla pratica, la lettura ! Cosi’ quasi per caso mi sono ritrovato in mano questo librettino dal titolo decisamente particolare eheheh.

Ma non lasciatevi ingannare non si tratta di un libro scherzoso, anzi lo definirei una piccola perla che racchiude molto del pensiero orientale classico taoista, sottile e raffinato merita una lettura attenta perché ha davvero molto da insegnare.

Vi posto una breve sinossi dell’opera:

Liang Shiqiu scrisse nel 1926 questo piccolo trattato che viene qui presentato per la prima volta in traduzione integrale in una lingua europea. "L'intento di questa breve trattazione, - come scrive l'autore, - è quello di offrire un generale aiuto a tutti coloro che vogliano trarre vantaggio in una disputa,illustrando in modo sintetico come sia possibile sviluppare la tecnica dell'invettiva nei suoi vari aspetti". Un libro che affonda le radici nella conoscenza disingannata della vita e nell'arte di stare al mondo di chi ne ha viste di tutti i colori. Una piccola perla dal tagliente sarcasmo, pressoché ignota al di fuori della Cina.

Thursday, July 07, 2011

VA-CAN-ZE !!!!!



E finalmente il Samu se ne parte alla volta del Mediterraneo caldo e accogliente lasciando le desolate lande del nord ;)...ci si risente fra 2 settimane
auguro a tutti voi una estate piena di sole, mare, monti, albe e tramonti da mozzare il fiato ma soprattutto tanta pace, serenità e amore...

Tuesday, July 05, 2011

PROVERBIO GIAPPONESE



勝ちに不思議の勝ち有り
Kachi ni Fushigi no Kachi Ari (ci sono vittorie misteriose)
負けに不思議の負け無し
Make ni Fushigi no Make Nashi (non esistono misteriose sconfitte)

Il senso di questo bel proverbio giapponese, come forse potrete intuire è che la chiave del vero progredire nella pratica è l’umiltà…alle volte posso ‘vincere’ e in tal caso non ha nemmeno senso chiedersi perché, è piuttosto utile interrogarsi invece come mai qualcosa non è andato come desideriamo.

Attualmente la tendenza a cui possiamo assistere nella nostra società, in ambito lavorativo ad esempio è quella non tanto di voler risolvere un problema ma di trovare il colpevole, in tal modo saremo scaricati da qualsiasi responsabilità.
Questo modo di pensare che oggi viene etichettato come un modo molto furbo e intelligente crea delle persone codarde che si privano dell’occasione per migliorare.

Trasportando questo pensiero in ambito marziale immaginiamo quanto sia deleterio un comportamento simile…se io sono sicuro che il mio sho-men è perfetto non lo potrò certo mai migliorare, se quando sbaglio o vengo sconfitto non indago sul vero perchè è accaduta questa cosa sarò destinato a non risolvere la situazione che permarrà in una condizione stagnante fino a che deciderò con coraggio di analizzare i miei errori.

La cosa bella della vita è che ci da possibilità di migliorarci ma sta a noi cogliere l’occasione con la mente serena altrimenti generalmente riproporrà il problema svariate volte sempre con una maggiore gravità quasi ad obbligarci ad una presa di coscienza.

Cerchiamo di essere più severi con noi stessi che con gli altri, soprattutto se ricopriamo una posizione ‘di comando’ o ‘di responsabilità’.

Monday, July 04, 2011

FILM - おくりびと (Okuribito - DEPARTURES)



Un film di tutt'altro genere rispetto a quello descritto nel precedente post è Departures (in giapponese , Okuribito) ,un film giapponese del 2008 diretto da Yojiro Takita.

Il film vincitore di numerosi premi ha superato le aspettative del regista stesso che temeva (dato che l'argomento è considerato un po' tabù in Giappone) non avesse grande successo.

Si tratta infatti di un film con un tema molto impegnativo: l'estremo viaggio, la morte che tuttavia viene affrontata in modo molto sereno, rispettoso e oserei dire amorevole, le cure del tanatoesteta rasentano la premura della madre nei confronti del figlio chiudendo un ciclo di vita e morte che si alterna come le forze dello yin e dello yang.

Vi posto una breve trama per capire di cosa si tratta:

Il film racconta la storia del giovane violoncellista Daigo Kobayashi (Masahiro Motoki), che si trova improvvisamente disoccupato in seguito allo scioglimento dell'orchestra nella quale suonava da anni. Per motivi economici decide di tornare, con la moglie Mika (Ryoko Hirosue), nel suo paese natale, Sakata. Sfogliando il giornale, Daigo trova un annuncio di tale agenzia NK che cattura la sua attenzione: "assistiamo coloro che partono per dei viaggi"; convinto che si tratti di un'agenzia di viaggi, telefona e fissa il colloquio. Il giorno del colloquio Daigo scopre con grande stupore che l'agenzia non si occupa di viaggi, bensì dell'ultimo viaggio, ovvero svolge le tradizionali cerimonie giapponesi di preparazione dei defunti di fronte al resto della famiglia.

Un film che consiglio a persone mature e che abbiano voglia di seguire per 2 ore circa la gestualità raffinata che rasenta la perfezione di un kata eseguito da un maestro.

Thursday, June 30, 2011

FILM - Jûsan-nin no shikaku - 13 assassini




Ieri sera mi sono concesso una serata al cinema: finalmente un film che non appena uscito aveva suscitato il mio interesse e devo ammettere che questo splendido jidai-geki non ha deluso le mie aspettative.

Attori capaci di emozionare, di suscitare sentimenti, ottime le scene di duelli, veritiero il caos della battaglia,intelligente e strategico come una partita di go non è un film comunque per tutti. Non credo che sia per soli appassionati di spada, piuttosto se da un film sapete apprezzare il fruscio delle vesti, la mimica dei volti, la cura del particolare allora ve lo consiglio altrimenti meglio evitare per non incappare in delusioni.

Pur essendo un film storico a mio avviso si presta veramente bene ad una interpretazione in chiave moderna, l'abuso di potere a cui possiamo assistere disgraziatamente in molti settori (nel campo lavorativo ad esempio o politico) viene delineato dal punto di vista psicologico molto bene, ed in particolare ho apprezzato anche la fine destinata a coloro che hanno la responsabilità di sostenere questi despoti sperando di ricevere qualche ricompensa...ma non vi anticipo nulla.

Vi posto invece una breve trama del film:

Il nobile samurai Shinzaemon Shimada riceve in segreto l'incarico di assassinare il crudele signore feudale Naritsugu in seguito alla sua violenta ascesa al potere. Insieme a un gruppo di abilissimi samurai, Shinzaemon progetta un'imboscata per catturare il feudatario. Naritsugu è protetto da un letale esercito capeggiato dallo spietato Hanbei, acerrimo nemico di Shinzaemon, e gli impavidi samurai sanno che stanno per avventurarsi in una missione suicida.


Monday, June 27, 2011

ANIME E MANGA - Pom Poko (平成狸合戰ぽんぽこ,, Heisei TanukiGassen Ponpoko)




Sabato sera ho avuto modo di fare un giro presso una rivendita di DVD usati post noleggio e solitamente se si ha pazienza frugare nelle ceste può portare a buoni frutti :) , mi aveva colpito la copertina molto simpatica, nel classico stile di animazione giapponese del film POM POKO uscito per l’home video in Italia il 13 febbraio di quest’anno.

Il film è uscito in giappone parecchi anni fa (1994) diretto da Isao Takahata e tratto dal racconto Futago no hoshi di Kenji Miyazawa, lo consiglio ai fans di Miyazaki visto che il produttore esecutivo è proprio questo bravissimo regista di anime, e anche la casa di produzione è la famosa Studio Ghibli con tanto di profilo di Totoro ehehehh (^^).

Come per tutti i film di Miyazaki il tema portante è l’attenzione per la natura e una spiccata vena di denuncia ecologista in più l’anime è popolato da numerosi personaggi tradizionali del folklore giapponese: divinità, spettri…ma anche i protagonisti fanno parte del folklore giapponese infatti si tratta dei Tanuki la cui statua è spesso posta al di fuori dei locali dove si beve sakè…(ehehheeh)…

Vi posto una breve trama trovata in rete:
Il lungometraggio narra della lotta dei tanuki per riconquistare la collina di Tama, nei pressi di Tokyo, strappata agli animali per farne un quartiere residenziale. Questo lungometraggio ci presenta moltissimi tratti caratteristici della cultura, religione e folklore giapponese. Il titolo stesso può essere difficilmente intelligibile ad uno spettatore non avvezzo alla cultura giapponese.
Il film si svolge nell’era Heisei, che abbraccia gli ultimi diciassette anni, dalla morte dell’imperatore Hirohito, che segnò la fine dell’era Showa. Il calendario giapponese dedica il nome dell’era all’imperatore che siede al trono; il conteggio degli anni in un’era inizia dal momento dell’ascesa al trono dell’imperatore e si conclude con la sua morte. L’era Heisei è iniziata nel 1989 con l’ascesa al trono dell’imperatore Akihito; l’anno 2006 corrisponde quindi al 17º anno dell’era Heisei.
I protagonisti sono animali chiamati tanuki, un cane-procione, fisicamente simile al procione ma appartenente alla famiglia dei canidi. I tanuki sono molto diffusi in Giappone e in generale in tutta l’Asia ma non sono presenti in Italia. In Giappone le leggende vogliono che alcuni animali abbiano la capacità di trasformarsi, e si pensa che gli animali più abili siano i kitsune (volpi) e i tanuki. In Heisei tanuki gassen ponpoko, quindi, la capacità di trasformazione dei tanuki non è un mero espediente narrativo per rendere il film più divertente e appetibile, ma è la trasposizione cinematografica di una leggenda millenaria.
La parola Pompoko che troviamo nel titolo non è traducibile invece in italiano. Pom Poko è la trascrizione onomatopeica del rumore che producono i tanuki quando usano i loro stomaci come tamburi, credenza assai diffusa in Giappone.


E’ un film che mi sento di consigliare a tutti gli amanti del Giappone indipendentemente dall’età.

Ps. Forse sono un tanuki anch’io vista la difficoltà di adattarmi alla vita nella grande metropoli ehehhe

Monday, June 13, 2011

ANIME E MANGA - GANON



Sabato ho fatto un giretto nella mia fumetteria di fiducia, e complice anche una grandinata improvvisa mi sono trattenuto un po' più del previsto..cosi' la mia attenzione è stata catturata dalla copertina del primo volume di questo manga storico decisamente accattivante.

Da una prima lettura sembra molto bello, originale che il protagonista combatta con una sorta di naginata e non con la più diffusa spada poi i disegni sono ben fatti e la trama (che vi posto qua sotto assieme a qualche altra info) lo rendono un acquisto che consiglio a tutti gli appassionati del Giappone storico :)

È la vigilia della restaurazione Meiji. La capitale Kyo è precipitata nel caos: assassini misteriosi sbucati dal nulla uccidono senza mostrare pietà decine di samurai! Un guerriero solitario affronta eroicamente il nemico brandendo una naginata dalla strana foggia e diventa l’Oni della vendetta.
Noboru Rokuda, il geniale autore di F e Dash Kappei (Gigi la Trottola), ci catapulta nel Giappone del 1800 con una storia violenta e drammatica che lascerà a bocca aperta i fan dei “gekiga”.

Autore Noboru Rokuda
Formato 13×18, B., B/N
Pagine 216
Euro 6,50

Thursday, June 09, 2011

AH SI?



C'è un racconto Zen, classico che mi ritorna spesso alla mente soprattutto scontrandomi con la quotidianità...molte volte capita che pur essendo persone rette in questa società sopita e aggressiva, vigliacca e maldicente siamo oggetti di vilipendio e offesa.
Difficile non turbarsi, è come se le acque dentro di noi ribollissero è come se ogni parte del nostro essere vorrebbe urlare 'non è vero, non è cosi è una ingiustizia'...ma per qualche ragione o questa cosa non è possibile o comunque non porterebbe nessun frutto...allora difficile lasciar andare vero?
Posto questo raccondo augurando a noi tutti di farcela a essere illuminati al pari del protagonista...

Il maestro di Zen Hakuin era decantato dai vicini per la purezza della sua vita. Accanto a lui abitava una bella ragazza giapponese, i cui genitori avevano un negozio di alimentari. Un giomo, come un fulmine a ciel sereno, i genitori scoprirono che era incinta. La cosa mandò i genitori su tutte le furie. La ragazza non voleva confessare chi fosse l'uomo, ma quando non ne poté più di tutte quelle insistenze, finì col dire che era stato Hakuin. I genitori furibondi andarono dal maestro. « Ah sii » disse lui come tutta risposta. Quando il bambino nacque, lo portarono da Hakuin.Ormai lui aveva perso la reputazione, cosa che lo lasciava indifferente, ma si occupò del bambino con grande sollecitudine. Si procurava dai vicini il latte e tutto quello che occorreva al piccolo. Dopo un anno la ragazza madre non resistette più. Disse ai genitori la verità: il vero padre del bambino era un giovanotto che lavorava al mercato del pesce. La madre e il padre della ragazza andarono subito da Hakuin a chiedergli perdono, a fargli tutte le loro scuse e a riprendersi il bambino. Hakuin non fece obiezioni. Nel cedere il bambino, tutto quel che disse fu : « Ah sì? »..

Tuesday, May 31, 2011

交剣知愛 KO KEN CHI AI


Proseguendo nella pratica e osservando gli errori madornali che vengono compiuti quando manca il giusto sentire, il giusto scopo, soprattutto per chi ha l'onere e l'onore di insegnare, vorrei spendere due parole sul concetto di KO KEN CHI AI.

Ko Ken (交剣) significa 'incrociando le spade', mentre Chi Ai (知愛) significa 'conoscere l'amore'.

No bhè non fraintendete può anche essere che vi troviate la fidanzata sul tatami (^O^) ma il senso della frase non è quello, potrebbe essere tradotto in modo non letterale come 'conoscere l'amore universale attraverso la pratica'.

In parole povere quando pratico devo voler bene al mio compagno in modo da permettergli di studiare e di progredire, non hanno senso gli atteggiamenti vessatori verso chi è più principiante,o comunque (cosa che purtroppo mi è capitato di notare) l'ostacolare il compagno, non permettergli per qualche ragione di portare a buon fine una tecnica.

Molto spesso viene a mancare il concetto che se si progredisce assieme si progredisce tutti, e allora si iniziano a nascondere le tecniche, i kata diventano appannaggio di pochi e diventano 'moneta di scambio' per acquistare qualcosa, credo che tutto ciò sia lontano miglia dal concetto di pratica che porta beneficio e benessere al fisico e alla mente tanto decantato dagli orientali.

Soprattutto chi insegna dovrebbe prestare attenzione al clima presente nel Dojo e incoraggiare l'armonia tra praticanti.

Friday, May 27, 2011

ADATTABILITA'


La vita non è mai ristagno. E' movimento continuo e irregolare, perpetuo cambiamento: le cose vivono muovendosi e nel procedere acquistano forza.

Sii duttile. Quando un uomo è vivo, è elastico e cedevole, quando è morto diviene rigido. L'adattabilità è vita e la rigidità è morte , sia che si parli del corpo, della mente o dello spirito dell'uomo.


(Bruce Lee - Pensieri che colpiscono)

Anche il grade Bruce Lee era consapevole dell'importanza di sapersi adattare nei combattimenti e nella vita di ogni giorno.

Ogni volta che penso a questo concetto mi raffiguro l'elemento base per la vita: l'acqua...quale miglior elemento si adatta completamente , cambia forma a seconda di dove si trova e cambia addirittura stato fisico (da ghiaccio, a vapore acqueo, a pioggia...) in un ciclo continuo.

Mi piace il concetto che esprime questo grande Maestro quando dice che le cose muovendosi acquistano forza, mentre noi spesso le freniamo...basti pensare a quando tiriamo un pugno: se il resto del corpo partecipa all'azione con estrema morbidezza avremo la sensazione che man mano la corsa prosegue il pugno acquisti potenza, al contrario quando tiriamo un pugno rigidi, contratti è come se lo frenassimo contraendo i muscoli.

Se vogliamo invece estrapolare dalla pratica dell'arte marziale questo concetto pensiamo alla vita quotidiana, vi è capitato immagino di opporvi per un periodo di tempo ad una situazione frenandola (per timore o per cercare di controllare il tutto) e poi ad un certo punto lasciate andare e le cose iniziano a fluire liberamente.

Sono tanti i punti di vista a cui possiamo applicare questo principio, la grandezza di Bruce e dei suoi scritti è proprio quella di parlare in modo semplice e diretto a tutti, marzialisti e non, se avete occasione vi consiglio di accostarvi a qualcuno dei suoi libri: contengono validi elementi di riflessione.

Aggiungo anche un piccolo particolare, molti sono i marzialisti che leggono le parole di Bruce, alcuni insegnanti anche, quasi considerassero una specie di discorso a tu per tu tra grandi dell'arte marziale, però poi non ne sono minimamente toccati, restano impermeabili alle parole.

A queste persone do' un consiglio: forse prima di aprire il libro è meglio abbassare l'ego.

Tuesday, May 24, 2011

SORPRESA


...usate tattiche diverse e cogliete l'avversario di sorpresa. Quando il vostro oppositore si aspetta la montagna fategli trovare il mare, quando si aspetta il mare dategli la montagna. Meditate su questo.

Miyamoto Musashi


Questa mattina sono inciampato in questa frase contenuta nel libro che sto leggendo...come spesse volte accade quando leggiamo qualcosa che ci tocca particolarmente iniziamo a rapportarla alle nostre esperienze, in questo caso il pensiero di Musashi mi sembra un elogio alla morbidezza e adattabilità solo cosi' sarà possibile non vincolarsi all' avversario.

Se io mi muovo seguendo una forma prestabilita che ho nella testa sarà molto difficile poter cambiare da montagna a mare, al contrario se io resto più neutro possibile potrò sorprendere chi mi è di fronte facilmente.

Certo io per primo mi rendo conto che la morbidezza non è cosi' semplice da raggiungere, soprattutto quando il nostro avversario magari ci innervosisce.

Altra cosa da tener presente è che non dobbiamo banalizzare, sorprendere qualcuno, soprattutto se si tratta di un avversario esperto non è facile, se penso di usare un effetto a sorpresa attaccando prima con un pugno sinistro e poi un destro o prima lentamente e poi velocemente peccherò di prevedibilità...ecco perchè la pratica di un' arte marziale, come qualunque altra arte implica una dose di creatività, spesso non teniamo conto di questa cosa...

Monday, May 16, 2011

LONGAN



Ieri sera una mia amica cinese mi ha portato dei frutti particolari, si tratta dei 'longan' o 'occhi di drago', il frutto simile al litchi è decisamente gustoso e dolce, il nome 'occhi di drago' deriva dall'aspetto del frutto che assume una volta sbucciato, traslucido e trasparente rivela al suo interno un nocciolo scuro che è simile ad una pupilla...

Cresce in grappoli numerosi che penzolano dai rami, i longan possono anche essere essiccati (cinese: 圓肉; pinyin: yuánròu; letteralmente "carne rotonda") e sono spesso usati nella cucina cinese e nelle zuppe dolci cinesi da dessert. Nella dietetica e nella medicina cinesi, si crede che la pianta abbia un effetto sul rilassamento.
In contrasto con il frutto fresco, che è bianco e succoso, la polpa dei longan essiccati è marrone scura, tendente quasi al nero. Nella medicina cinese il longan, in gran parte come il litchi, è considerato un frutto "caldo".

Viene sovente utilizzato per preparare una zuppa dolce da servire alle donne che hanno partorito per rimetterle in forze.

A me è piaciuto tantissimo, vi consiglio di assaggiarlo...

Monday, May 09, 2011

KOIGUCHI



...e parliamo ancora di carpe, come possiamo vedere le carpe koi sono un tema molto ricorrente nella cultura orientale, simbolo di longevità sono un soggetto anche utilizzato per gli irezuna, i tatuaggi classici giapponesi.

quello che vediamo invece nella foto è un koiguchi, letteralmente 'bocca di carpa' che alcuni attenti praticanti di iaido o di spada giapponese avranno facilmente riconosciuto, altro non è che l'ingresso del saya (fodero).

il koiguchi è un punto sempre oggetto di grande attenzione in quanto a seconda del posizionamento (verticale, orizzonale, a 45°...) consente di estrarre e quindi effettuare il taglio in differenti direzioni e tipi di estrazione, è molto importante anche acquisire sensibilità nell' individuarlo durante la pratica del rinfodero.

Thursday, May 05, 2011

KODOMO NO HI



TANTI AUGURI A TUTTI I BIMBI GIAPPONESI (^O^)Y
oggi è la festa dei bambini, e conclude la Golden Week il periodo più lungo di festività giapponesi, è una festa tradizionale molto antica.

Tipica usanza di questa festa per coloro che hanno avuto la nascita di un bambino maschio è quella di far volare un aquilone a forma di carpa chiamato 'koinobori'.

Tuesday, May 03, 2011

RIFLESSIONI



Con il passare del tempo e dei vari allenamenti, piano piano si delinea sempre di più in me l'idea della pratica a 360 gradi quella che ti porti dietro tutti i giorni...

Praticando con persone differenti credo si senta molto l'esigenza di avere una mente imperturbabile, non-mente...mi sono spesso chiesto da che parte iniziare per arrivare a questo traguardo cosi' "ambizioso".

In questo ammetto che la spada giapponese non mi ha aiutato moltissimo, mi è stato Maestro il kung fu, forse perchè più diretto e verace come un bicchiere di buon vino rosso.

Quello che io ho notato è che il punto di partenza è l'osservazione di chi ho di fronte, una osservazione molto accurata, ma che da informazioni dettagliate con solo uno sguardo (il mio Sifu solo con uno sguardo riesce a capire se sto pesando sul pavimento, se ho 50% più 50% del peso equamente distribuito tra lato destro e sinistro, se mi muoverò con il tantien o meno e quindi se l'attacco andrà o meno a buon fine...)...fronte corrugata, spalle alzate, rigidità denotano una certa tensione oppure mancanza di coraggio a guardarti negli occhi (da parte di un praticante che non sia principiante) denotano una mancanza di sincerità nella pratica (atteggiamento, ahimè diffuso alle volte ).

Una volta acquisita questa mole di dati è importante farne buon uso, mi spiego: io so una cosa che lui non sa e questo è un vantaggio...non sprechiamolo ! Arrivati a questo punto è facile sfociare nel giudizio (quello che ho davanti è uno -bip-) e in tal caso tutto il nostro sforzo, la nostra analisi sarà vanificata perchè di sicuro anche io diventerò rigido, in preda all'ira...e la mente imperturbabile va a farsi friggere, basta un attimo.

Torniamo alla nostra fredda analisi ho i dati, non esprimo giudizi, ho tutto il tempo di reagire ad un comportamento simile
posso stuzzicare il malcapitato, magari prendendolo un po' per i fondelli se il mio spirito è giocoso, posso decidere che non vale la pena reagire, mi basta la soddisfazione dell' analisi, sorridere e pensare 'quanto sei -bip-' con tanto di lampadina che lampeggia, se il mio spirito non è particolarmente aggressivo.

Ma anche questo è un errore....ho impegnato la mente a reagire, ha ragione il mio Sifu quando dice che mi devo allenare di più, che mentre pratico o faccio sparring il mio spirito deve essere come se fossi a casa, seduto sulla poltrona a leggere un libro...in tal caso il corpo sarà flessibile, rapido....ma per ora non vado più in la di questo eheheheh....'tanto tanto keiko'...è proprio vero...

Monday, May 02, 2011

FILM - KUNG FU WING CHUN



Tempo fa presi questo DVD cinese che narra la storia della nascita del kung fu stile wing chun, non sto a riportarvi per intero la storia perchè vi sono numerosi siti in rete che spiegano la nascita di questo bellissimo stile di kung fu vi accennerò solo che il fondatore era una donna, una monaca e già da questo si può intuire l'originalità di questo stile estremamente efficace che non si basa sulla forza o sulla possenza fisica...

Il film che ho visto in cinese con sottotitoli in inglese è davvero ben realizzato, spiritoso quanto basta per non guastare l'atmosfera dei combattimenti, gli attori molto capaci...se siete appassionati di kung fu o praticate come me questa bella arte marziale non esitate a prenderlo vale la pena :)

Thursday, April 28, 2011

PUBBLICITA' (^O^) Y



Due anni fa, una mia cara amica di pratica spinta dal suo Sensei decise di intraprendere l'arduo compito di aprire un Dojo di kenjutsu, dopo notevole impegno per trovare il luogo adatto in una città caotica e business-oriented come Milano ebbe la fortuna di incontrarsi con i gestori del centro Funakoshi, luogo storico per l'insegnamento del karate-do e dello yoga.

Il Dojo cresce bene ed è frequentato da parecchie persone dai 13 ai 50 anni che praticano in armonia e serenità, mi sento quindi di fare un po' di pubblicità alla struttura, se vi va di provare qualche lezione gratuita andate a trovarli di mercoledi' dalle 19.30 alle 21.00.


KEN BU KAN DOJO
presso
FUNAKOSHI CLUB
Milano, P.le Nizza, 5 - Tel.: 02 6887171 - Cell.: 349 2403166

Wednesday, April 27, 2011

三磨の位 SANMA NO KURAI


Una delle scuole più antiche e famose di kenjutsu, la Yagyu Shinkage-ryu (柳生新陰流) aveva individuato questo termine SANMA NO KURAI che letteralmente significa '3 livelli di politura o affilatura' (riferiti alla lama della spada) per indicare i 3 livelli di apprendimento differenti di uno spadaccino.

Il praticante di spada viene paragonato ad una lama da rendere sempre più affilata ed efficace, mi piace questo paragone rende bene l'ida del reale lavoro che dobbiamo fare su noi stessi durante la pratica, in realtà non dobbiamo infatti 'aggiungere' ma 'togliere' abbandonare pesi (mentali) man mano che cresciamo.

Ma vediamo quali sono questi 3 livelli:

1. Narau (習う) – imparare, il processo di acquisizione delle informazioni, quindi andare a lezione, osservare attentamente le spiegazioni del Sensei e osservare i Sempai. Raccogliere materiale, a questo livello viene anche la voglia di documentarsi con libri, riviste, o nei tempi moderni 'navigare' in rete...

2. Keiko (稽古) – praticare, è il momento della 'quantità' bisogna cioè praticare più ore possibili per trasformare le nozioni in abilità pratica, non si sente più cioè con la testa ma con il corpo, questo è senz'altro l'ostacolo maggiore che abbiamo oggi perchè in parte una volta raccolte le informazioni si pensa già di sapere tutto e in parte perchè non si desidera più fare fatica e ogni piccola difficoltà ci fa demordere. Questo è uno dei motivi per cui oggi le arti marziali non sono più 'di moda' : ci si iscrive si acquista il doppio del necessario e poi non si viene più a lezione...

3. Kufu (工夫) – ottenere la profonda conoscenza, essere dentro all' arte e tendere alla perfezione, è la fase della 'qualità' e data l'elevata difficoltà che presenta a mio avviso deve essere un po' l'unione del punto 1 e 2 più qualcosa ancora che in questo momento non ho afferrato...

Wednesday, April 20, 2011

BUONA PASQUA





Buona Pasqua e Felice Festa di Primavera, il Samu si ritira per qualche giorno a romper uova di cioccolata....
eh bhè mica sempre si deve solo praticare eheheh

SAGGE PAROLE...



L'azione più potente che si possa compiere è cedere. Occorre maggior forza per non reagire ad una situazione negativa che per reagire e alimentare la negatività.

Friday, April 15, 2011

TAITO


Taito (tai-to) è un comando che viene dato durante le lezioni di spada giapponese, più spesso a kendo, nel kenjutsu si sottointende nell' atto stesso di prendere il kamae, la guardia base.

Taito potrebbe essere tradotto come 'indossare la spada' e cioè posizionare la spada a fianco all'altezza dell' obi (cintura) con il pollice che controlla la tsuba (elsa) con la tsuka kashira (il fondo dell'impugnatura della spada) davanti al seika tanden a protezione, il braccio rilassato e in una posizione naturale.

La tsuka kashira alla fine è un po' il nostro unico scudo, diversamente da altre culture in quella giapponese non esisteva uno scudo per i guerrieri samurai e quindi questo particolare riveste notevole importanza anche perchè la posizione della tsuka kashira è quella che prenderà la lama una volta sfoderata.

Tutta l'operazione di taito lascia intendere anche una preparazione mentale però non solo fisica, ci si prepara idealmente al duello, al kata, alla dimostrazione e quindi ci vuole grande concentrazione e uso dell' intenzione. Molte volte vediamo persone che si mettono in guardia in modo distratto e questo non è un buon inizio !

Come ho già scritto nella spada giapponese e nella vita di tutti i giorni non perdiamo attenzione per le piccole cose, i piccoli gesti, questo aiuterà anche per evitare di cadere nella routine.

Monday, April 11, 2011

LOTTA A TERRA



E' da poco che ho iniziato a studiare lotta a terra, a mio avviso insegna moltissimo:

Se cadi a terra non è detto che questa situazione sia sempre svantaggiosa, se sei in basso puoi tirare giù l'avversario.

Con la calma della mente possiamo ribaltare facilmente le situazioni a nostro vantaggio.

Risparmiare energia, non disperderla dibattendosi inutilmente.

Imparare ad osservare le cose da un'altra prospettiva.

Segui il principio di JU cedevolezza, una cosa rigida si rompe una flessibile si adatta.

Dovremmemo applicare di più la lotta a terra nella nostra vita quotidiana...

Wednesday, April 06, 2011

LIBRI - LA CALMA di Chuang-Tzu


La calma
la quiete del saggio non è semplice inerzia; egli è quieto perchè accoglie tutti.


Il prezioso insegnamento di uno dei più grandi padri della cultura e del pensiero cinesi.
Fondatore, nel IV secolo a.C. , della filosofia taoista.
Come conquistare la calma dello spirito, mantenere un mondo di pace e recuperare l'armonia cosmica oltre la superficie dei conflitti.
Storie divertenti, dialoghi paradossali, favole e sentenze in un capolavoro letterario di ironia e arguzia che arriva dritto al cuore e alla mente dei lettori.


Proprio oggi ho iniziato a leggere questo libro, spero di trarre un buon insegnamento mi piace molto il concetto di calma come accoglienza, come non-contrapposizione che è invece l'esatta cosa che vediamo ogni giorno davanti ai nostri occhi, purtroppo non si sa più accogliere le persone, sembra più facile opporsi e allontanarle...

Tuesday, April 05, 2011

WA



L'ideogramma che vediamo accanto è quello di WA che significa pace, accordo o armonia.

A mio avviso componenti indispensabili per vivere serenamente sia la quotidianità che l'arte marziale, ultimamente molto spesso mi trovo a pensare che la vita di ogni giorno sia insita nell' arte marziale e viceversa, sento sempre di meno quel confine tra quando vesto con tshirt e jeans a quando indosso keikogi e hakama...

Di conseguenza praticare senza pace e armonia o comunque in un ambiente poco sereno mi risulta veramente difficile...perchè alla fine la domanda sorge spontanea: perchè praticare ?
Per essere più forti e dominare gli altri ? Per un grado, un riconoscimento che nutra la nostra autostima ?

Ognuno troverà una sua risposta, non sta a me giudicare quale sia il motivo giusto per percorrere il Do o Dao, posso dare la mia risposta, personalissima:
pratico per divertirmi, per stare bene con me stesso e con gli altri, qualcuno potrebbe giudicare scandalosa la mia risposta, o i miei intenti poco seri e lontano dall'idea di Budo come sofferenza.

Per noi occidentali l'arte marziale è sofferenza, ci piace pensarla cosi', siamo stati bombardati da film dove mostrano come l'arte marziale sia sangue e dolore, cresciamo in bravura facendoci dei nemici da cui poi dobbiamo difenderci, ma siamo sicuri che sia veramente cosi'?

Tempo fa ebbi la fortuna di conoscere un uomo, un grande Maestro di spada, ma al di la della sua bravura tecnica quello che io ricordo di lui, quello che più mi ha toccato è stata la GIOA di praticare insieme e quello che era l'emanazione della sua pratica era AMORE verso chi si accostava a questa disciplina, non timore che qualcuno lo depredasse della sua conoscenza.

E' utopia voler ripercorrere questa via?

Tuesday, March 29, 2011

LIBRI - Figlie della Cina di Bamboo Hirst



Sempre dal piccolo circuito di bookcrossing di un negoziante della mia zona, ieri pomeriggio ho scovato questo libro che ha subito attirato la mia attenzione, si tratta di un saggio sulla condizione della donna nella Cina antica, durante il periodo di Mao fino ai giorni nostri, interessante spaccato sociale scritto in modo semplice e scorrevole, vi posto una breve sinossi raccolta in rete:

"Figlie della Cina, degli Han, di Confucio, della Rivoluzione, le donne cinesi hanno dovuto percorrere un lungo cammino per conquistare la loro dignità di donna, per combattere quella tradizione che le voleva esseri inferiori,passivi strumenti del piacere o semplici fattrici di una discendenza possibilmente maschile. "

Wednesday, March 16, 2011

SAMURAI del 2000



Si parla spesso tra gli appassionati di Giappone della figura del Samurai, tutti coloro che praticano arti marziali giapponesi hanno avuto modo di conoscere le gesta di questi incredibili guerrieri del passato animati da uno spirito che oggi ci appare molto spesso come un ricordo.

Tuttavia ieri sera seguendo, come molti di voi immagino, le vicissitudini del sisma che ha colpito il Giappone sono realmente rimasto impressionato dalla notizia di 50 ingenieri che consapevoli del pericolo, stanno lavorando presso la centrale atomica di Fukushima assorbendo dosi di radiazioni pericolose per la loro salute.

Penso a questi eroi silenziosi, e non posso fare a meno di paragonarli a quei samurai del passato, soprattutto ricordando l'origine della parola stessa 'colui che serve' e loro il Giappone lo stanno servendo a costo della loro stessa vita.

Paragonando questo gesto alla grettezza e all' insensibilità della società in cui viviamo veramente sono rimasto toccato...

Monday, March 14, 2011

BUNKAI 分解


Il termine bunkai è formato da due kanji che significano rispettivamente “porzione” e “slegare” e indica l' applicazione reale che molto spesso si cela nel gesto codificato (kata).

Ad un certo livello della pratica si rende necessario ,proprio per migliorarsi, capire la motivazione alle volte apparentemente poco chiara di un gesto, di una tecnica anche per poterlo eseguire nel suo pieno significato e non ripetere una sequenza 'vuota'.

Questo tipo di allenamento si è reso necessario anche perchè soprattutto i koryu antichi nascondevano volutamente la vera applicazione rivelandola solo ai propri adepti, a coloro che avevano eseguito cioè il keppan, il rituale con il quale un allievo si legava in modo fedele ad una scuola.

Tale metodo di allenamento richiede comunque una grande attenzione perchè portare realmente una tecnica su un compagno potrebbe procurare dei danni fisici quindi è richiesta una grande serietà e esperienza.

Friday, March 11, 2011

SOLIDARIETA'



Un pensiero a tutti gli amici giapponesi che in questo momento sono in gravi difficoltà a causa del forte terremoto che si è abbattuto sull' isola.

In rete si trovano parecchie notizie con aggiornamenti sulla situazione.

Tuesday, March 08, 2011

PROVERBIO GIAPPONESE



Dietro al successo d'un uomo si cela spesso una donna.

Proverbio Giapponese


Mi auguro solo che nel 2011 non si parli più di uomini o donne ma di esseri umani con pari diritti e dignità, un abbraccio a tutte le lettrici e le compagne di pratica.

Thursday, March 03, 2011

ENZAN NO METSUKE - 遠山の目付け



Esiste una espressione in giapponese 'Enzan no Metsuke' che indica l' importanza durante un combattimento di avere una visione d'insieme e non di una singola parte dell' avversario.

Ad esempio se faccio kendo non dovrò fissare la shinai dell' avversario, o se faccio sparring non devo concentrare il mio sguardo, la mia intenzione verso un unico punto, un braccio, una gamba, altrimenti incasserò un sacco di colpi e basta (sperimentato)eheheh...addirittuta dovrei proprio osservare l'avversario e tutto il resto dell' ambiente circondante in questo modo posso avere una visione d'insieme e muovermi con l'avevrsario senza essere colto di sorpresa.

Credo che questa espressione ben si applichi anche nella vita di ogni giorno, dovremmo "guardare più spesso la montagna lontana" ed essere lungimiranti piuttosto che restare aggrappati ad un particolare perdendo tutto il resto...in tal senso le arti marziali ci aiutano ad avere una visione più ad ampio respiro della vita.

Wednesday, March 02, 2011

SUSO SABAKI



In tutte quelle arti marziali dove si utilizza l'hakama (kendo, iaido, kenjutsu, aikido...) sorge il problema almeno inizialmente di muoversi con dimestichezza indossando questo capo, problema che si amplifica nel momento in cui si deve scendere a terra o per prendere una guardia o per sedersi in seiza.

Esiste un gesto che si chiama 'suso sabaki' e che indica proprio lo spostamento (inteso come l'utilizzo della mano di taglio) dell' orlo dell' hakama con un rapido gesto (vedi immagine accanto) per spostare i lembi dell' hakama evitando cosi' di sedersi sopra o di inciampare quando ci si rialza.

Tuttavia ricordo che in una occasione il mio vecchio Maestro di spada giapponese ci disse che questo gesto comunemente utilizzato poteva essere interpretato come un gesto tracotante o addirittura maleducato, e suggeriva quindi di spostare i lembi dell' hakama in modo più discreto senza utilizzare la mano ma buttando velocemente il peso del corpo prima in avanti e poi indietro questo oscillamento provoca quindi uno spostamento dei lembi dell' hakama e se si calcola il momento giusto per scendere in seiza si ottiene il medesimo risultato finale...

Ammetto però che è abbastanza complicato (-.-)' e bisogna ripeterlo un sacco di volte prima di riuscire...

Tuesday, March 01, 2011

COLTIVARE LA PRATICA



E iniziamo con un post fresco e primaverile (anche se le temperature non ne voglion sapere di risalire) il nuovo mese di Marzo.

Ieri sera ho avuto un allenamento molto profiquo e piacevole non solo dal punto di vista puramente tecnico ma anche per lo scambio di energie tra compagni di pratica da parecchi anni.

Ogni tanto c'è questa piacevole abitudine di ritrovarsi, si lasciano da parte magari le incompresioni e gli screzi del passato e si fa tutti un passo di avvicinamento verso l'altro per interagire con lui, perchè forse questo insegna il Budo più di tutto...

E quando alla fine ci si ritrova, forse in pochi, dopo la pratica per una bevuta e un consueto scambio di opinioni appare evidente di come, passato l'innamoramento iniziale nei confronti di un' arte marziale, sia necessario coltivare l'amore per la pratica con la stessa attenzione con cui potremmo curare un fiore prezioso.

Con il passare degli anni si vedono molte persone che si perdono per strada, forse perchè si pongono obiettivi troppo pretenziosi da cui ne deriva la frustrazione per il mancato raggiungimento, o forse perchè l'innamoramento iniziale era solo una momentanea infatuazione, oppure perchè sul tatami si incontrano sensei, sempai e kohai che sono esseri umani con tutti i loro difetti e debolezze e non si riesce ad andare oltre.

Invito tutti i praticanti di arti marziali a riflettere su questo e ad essere "disponibili" solo cosi' sarà possibile apprendere non solo un bagaglio tecnico , ma anche lasciare che l'arte marziale agisca dentro di noi rendendoci persone migliori, forse è questa la sostanziale differenza tra la pratica in un Dojo dai tatami logori e un Fitness Center di ultima generazione.

Wednesday, February 23, 2011

SHIKO DACHI - 四股立



Praticando arti marziali tradizionali quali il sumo, il karate o anche il kenjutsu possiamo incontrare alcune guardie base che mantengono questa postura chiamata anche posizione a cavallo perchè potrebbe ricordare un cavaliere in sella.

Come mostrato dall' immagine shiko-dachi si ottiene abbassando il baricentro del corpo che resterà esattemente al centro della figura per aumentare la stabilità e la potenza e portando i piedi con la punta verso l'esterno a 45° per garantire spostamenti rapidi in tutte le direzioni.

Apparentemente scomoda questa postura può essere allenata con il tempo per arrivare a trovarla naturale e rinforzare i muscoli delle gambe.

Monday, February 21, 2011

CIAMBELLINE GIAPPONESI



Guardate che meraviglia...è la vetrina di un negozio a Osaka di ciambelle preparate secondo il metodo giapponese (mi pare di riconoscerne qualcuna al tè verde fra quelle visualizzate nel sito...).

Voi che ne dite non vi fanno venire l'acquolina in bocca? BAVVV

ps. la 'colpevole' di questa tentazione è la mia amica Ciko che mi manda queste foto !!!



Wednesday, February 16, 2011

FA JIN(G) 發勁



Oggi un post un po' 'pretenzioso' forse, parlare di fajin non è cosa semplice soprattutto se ancora non lo si è acquisito a pieno, ma almeno qualche info che proviene da scritti trovati qua e la, conditi un po' di esperienza personale marziale ve la voglio passare chissà che non sia utile in qualche modo, ma andiamo con ordine.

Fajin (dal cinese 發勁 che significa Emettere l'energia o lanciare l'energia), è un termine delle arti marziali cinesi a volte reso come forza esplosiva. È una parola cinese che si compone di due ideogrammi:

* 发 (Fa) che il dizionario traduce con inviare, spedire, mandare, lanciare, sparare o manifestarsi all'improvviso;
* 劲 (Jin o Jing) con forza, vigore, energia,forte, robusto, vigoroso.



Visivamente l'effetto che possiamo vedere in alcune dimostrazione è che quando l'avversario viene colpito utilizzando questo tipo di forza interna viene praticamente spostato nello spazio in modo più o meno spettacolare (c'è da dire anche che in giro vi sono parecchi ciarlatani che in accordo con gli allievi si prodigano in dimostrazioni pilotate, quindi occhio a non credere a tutto quello che vedete, provate al massimo chiedete di poter 'sentire' questa forza).

Ma come è possibile tutto questo? Esiste una spiegazione che secondo me è espressa molto bene dall'immagine sopra: se utilizzo una forza di tipo progressiva per intenderci (es. immaginate di contare da 1..2..3 fino a 100) diretta su una superficie di contatto molto ampia di sicuro non otterrò fa-jin perchè la mia forza verrà in qualche modo dispersa su un'ampia superficie; esprimendo invece una forza di tipo esplosivo (1...100 subito) concentrata in un punto solo posso ottenere il fa-jin.

Nel tipo di kung-fu che pratico questo si ottiene facendo movimenti sempre meno dispersivi, meno ampi e cercando di muoversi con leggerezza evitando di pesare quando sono a contatto con l'avversario e mentalmente utilizzare l'intenzione (YI).

Ovviamente questo sarà un lavoro di parecchi anni non penso che il fa-jin si ottenga cosi' facilmente eheheh e forse non sono nemmeno riuscito a trasmettervi più di tanto questo concetto, ma spero ne abbiate almeno colto l'essenza anche se solo per un attimo, esattamente come per il fa-jin alle volte si percepisce una sola volta e per un attimo, ma già questo è un buon traguardo.

Monday, February 14, 2011

S.VALENTINO



Non amare è un lungo morire.

(Wu Ti)


ps. vale anche per i Samu più 'duri' eheheheh